La storia è scritta (sempre) dai vincitori

Perché in Italia esistono centinaia di vie dedicate a Palmiro Togliatti e nessuna a Giorgio Almirante?

Virginio Negri

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Caro Virginio, siamo circondati da vie Togliatti e probabilmente a Roma non avremo una via Almirante perché la storia la scrivono e la celebrano i vincitori. Tra i quali il Pci di Togliatti si è furbescamente arruolato pur non avendo alcun merito decisivo nella guerra di liberazione condotta come noto dagli angloamericani che a cose praticamente fatte godettero dell'appoggio logistico di formazioni partigiane di ogni colore politico. Da quel momento in poi Togliatti e il suo partito tramarono contro l'Italia liberata e si allearono al nostro peggior nemico, quello Stalin che è senza dubbio il più spietato carnefice del '900. Si ricordi, caro lettore, ogni volta che passa per una via Togliatti, che quella targa gronda anche del sangue di cinquantamila alpini italiani fatti prigionieri dai sovietici morti di fame e stenti nei gulag perché il Migliore così i compagni chiamavano Togliatti si rifiutò di intercedere a loro favore presso l'amico dittatore. Così non si può dire di Giorgio Almirante, al quale tra mille polemiche e proteste solo qualche cittadina del Sud è riuscita a intitolare una via o targa celebrativa. Il futuro fondatore del Movimento Sociale Italiano partecipò alla guerra come giornalista corrispondente dai fronti più caldi, durante la Repubblica Sociale ricoprì l'incarico di capo di Gabinetto del ministero della cultura. Non risulta che mosse un dito contro un italiano, pianse davanti alla salma di Berlinguer che in incognito era andato ad omaggiare, sventolava e faceva sventolare il tricolore in anni in cui la nostra bandiera era considerata dai più un affronto alla democrazia.

Consoliamoci. La storia ha già ristabilito la verità sulla tragedia del comunismo e sulla presentabilità della destra conservatrice, gli storici prima o poi verranno appresso.

Così come cambierà l'aria tra i critici e gli intellettuali, secondo i quali solo ciò che viene da sinistra nella letteratura, nel cinema, nelle arti e nel giornalismo merita cittadinanza, targhe e premi. Noi non cambieremo certo idea per una benemerenza.

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