Sette sataniche, traffico dorgani, omicidi rituali e trame occulte oltre che riempire le pagine di cronaca sono (è noto) ingredienti perfetti per un romanzo di genere. Anche se quello scritto da Valter Binaghi - I tre giorni allinferno di Enrico Bonetti cronista padano (Sironi, pagg. 416, euro 17) - non è solo un bellissimo romanzo di genere. È semmai un romanzo de-genere, nel senso che coi generi gioca e i generi li scavalca: parte come un giallo, si trasforma in un noir, vira nel gotico e infine si risolve in un romanzo sociale chiudendo con una feroce riflessione sul crimine peggiore che si possa compiere: lassassinio della dignità delluomo. Un delitto di cui tutti sono complici e colpevoli: politica, denaro, tv, scuola, magistratura, giornali...
Giornali, appunto. Enrico Bonetti - come da titolo - è un cronista che scrive per il quotidiano Altomilanese, vive fra Milano e Busto Garolfo, è separato, ha una figlia che vede poco, una nuova compagna che frequenta brutti giri ed è un personaggio di fantasia assolutamente credibile. Valter Binaghi, invece, è un professore di filosofia in un liceo di Parabiago, ha 49 anni, ha sempre vissuto - anche lui - fra Milano e Busto Garolfo, è sposato, ha frequentato in passato brutti giri ed è un personaggio reale assolutamente romanzesco: viene dallautonomia fricchettona, a ventanni scriveva su Re Nudo, è stato il primo a tradurre in Italia le canzoni dei Pink Floyd, ha consumato in fretta quello che i suoi coetanei hanno vissuto in un paio di decenni e ha un talento-ossessione per la scrittura. Un irregolare cresciuto in mezzo a due generazioni, la sessantottina e la settantasettina, quelle del Vogliamo tutto, quelle del principio di piacere contro il principio di realtà, quelle che mangiavano pane e Marcuse a pranzo e pane e Baudrillard a cena... «la generazione che non solo ha anticipato ma ha prodotto quella di oggi, quella del capitalismo avanzo, del Paese dei guardoni, di quattro cellulari a testa. Pensando di sbarazzarci di Kossiga e della Chiesa abbiamo spazzato via anche il senso dellordine, della pulizia, del risparmio... e ci siamo ritrovati lItalia di oggi».
LItalia di oggi, anzi la provincia di oggi, la Milano&dintorni di oggi, è linferno nel quale per tre giorni - affiancato da uno strano frate, hacker ed esorcista - scende il cronista padano Enrico Bonetti per cercare di spezzare il cerchio (satanico) tracciato da un gruppo di criminali attorno a un sabba di rapimenti, omicidi, traffici dorgani, sparizioni di gente per bene e apparizioni del Principe del Male, che nel romanzo, in qualche modo, ha la parte del protagonista. «Chi è Satana? È il nemico del genere umano, è tutto ciò che riduce luomo a semplice materia, che gli toglie la spiritualità, che gli nega la libertà più grande, ossia la dignità». E questo detto da uno scrittore come Binaghi, partito da posizioni nichiliste e approdato con fatica al cattolicesimo (anche se con qualche problema di identificazione con la gerarchia).
Storie (sataniche) della provincia «bene»
Un thriller di Valter Binaghi svela il lato occulto della Lombardia ricca e «bestiale», tra omicidi, traffici dorgani e circoli esoterici
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