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Bandiera a scacchi

Ma chi è quel bell'uomo brizzolato che agita la bandiera a scacchi sulla pista di Portimao? È lui o non è lui?

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Ma chi è quel bell'uomo brizzolato che agita la bandiera a scacchi sulla pista di Portimao? È lui o non è lui? Ma sì che è lui, José Mourinho, l'onore di sventolare il drappo bicolore per celebrare l'arrivo trionfante dello spagnolo Martin nel Gp di motociclismo del Portogallo. Sono soddisfazioni, prima o poi, per contrappasso dantesco, gli sarebbe toccato di fare il giudice, come un qualsiasi guardalinee, da lui preso, da anni, a bacalao in faccia. Un altro fotogramma, dunque, si aggiunge alla serie di immagini da album dei nuovi mostri interpretati dall'uomo di Setubal, i polsi incrociati a significare le manette, la mano portata all'orecchio, con la smorfia maligna sulla bocca, zero tituli e via andare, José Mourinho entra nella cronaca del motociclismo mentre qualcuno lo aveva invitato di darsi all'ippica. Gente malevola, lui ha una voglia pazza di tornare ad allenare, ha detto di essere ancora stupito per il licenziamento romanista dopo due finali europee, gli rode ai massimi. Di certo ha fatto meglio di Pelé che, nel gp di Interlagos del 2002, distratto dalle chiacchiere con i giudici di gara, non si accorse dell'arrivo al traguardo di Schumacher e, richiamato all'ordine, sventolò la bandiera per Takuma Sato, terzo classificato. José disse di non essere un Pirla e dunque ha fatto meglio della Perla nera, al momento giusto ha segnalato la fine della corsa.

Forse anche della sua.

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