La Francia ha sacrificato le Olimpiadi sull'altare della cultura woke

Da Atene 2004 a Tokyo 2020 abbiamo assistito a cerimonie d'apertura straordinarie, vere rappresentazioni dell'orgoglio delle tradizioni. Parigi ha preferito il gay pride

La Francia ha sacrificato le Olimpiadi sull'altare della cultura woke
00:00 00:00

La chiamano "grandeur" francese ma quanto visto alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 è ben distante dall'idea che chiunque può averne. "Questa è la Francia", ha detto orgoglioso il presidente Emmanuel Macron durante la cerimonia e non si capisce perché dovrebbe andare orgoglioso di un circo amorfo senza carattere, dove i momenti più alti sono stati un'Ultima cena degna di un gay pride e un'esaltazione all'impiccagione di Maria Antonietta. Certo, c'è stato il can can delle ballerine in rosa, Celine Dion, Lady Gaga, tutto bello. Ma quella è la Francia? Presuntuosamente, alla vigilia era stato dichiarato che gli organizzatori della cerimonia di apertura si erano ispirati a quella di Londra 2012 e questo aveva creato enormi aspettative. Tutte disilluse.

Negli anni ci sono state cerimonie d'apertura esageratamente belle, che non hanno avuto bisogno di usare tutta la città ospitante per riuscirci. Per altro, lo spettacolo itinerante e registrato nelle sue parti migliori magari è piaciuto a qualcuno a casa ma non certo a chi ha pagato il biglietto (carissimo) per assistervi dal video, talvolta superiore ai 2mila euro, e ora dai social lamenta di aver sborsato una cifra enorme per vedere passare le barche e poco altro. Macron, accecato dall'egocentrismo che lo caratterizza, ha probabilmente rimosso la bellezza di Atene 2004, la cui apertura allo stadio Olimpico fu uno spettacolo senza pari. Si scelse di celebrare la storia e la tradizione del Paese, il classicismo greco, con elementi storici magnificamente raffigurati da ballerini truccati come statue elleniche. E fu un trionfo, ma d'altronde quando si è orgogliosi della propria cultura non si può che rappresentare al meglio.

E Pechino 2008? Che grandiosa cerimonia quella cinese, imponente e sontuosa con i balli e i canti della tradizione, ballerini straordinari perfettamente sincronizzati che hanno regalato uno spettacolo mozzafiato ai presenti, non solo a chi era a casa. Per non parlare di Londra 2012, che vide la partecipazione della stessa regina e di Daniel Craig, lo 007 più famoso. Quella inglese è stata una altissima celebrazione di orgoglio di se stessi in chiave ironica, dove gli stereotipi inglesi sono stati usati con grande intelligenza per creare uno spettacolo che non ha avuto bisogno di paralizzare una città, creare quadri e usare drag queen. Lo stesso è accaduto a Tokyo 2020, che con le Olimpiadi spostate avanti di un anno a causa della pandemia e gli stadi vuoti per il rischio di nuovi contagi, ha comunque saputo regalare una fotografia incantevole del Paese.

Perché la Francia si è voluta rappresentare come un circo? Maria Antonietta, uno dei simboli di questa Francia, bistrattata, Napoleone ignorato. La tradizione cattolica calpestata, i grandi scienziati, artisti, uomini e donne che hanno contribuito a rendere grande questo Paese sacrificati sull'altare del woke e di un'inclusione esclusiva.

Uno spettacolo indegno di un Paese di quel livello, come dimostrano i tanti francesi che hanno chiesto scusa al mondo per quanto fatto. È davvero così che la Francia vuole essere rappresentata nel mondo? Perché, nel caso, bisognerebbe rivedere alcune considerazioni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica