Lo sport decide il suo futuro

Domani si chiude l’era Malagò al Coni. Mai così tanti candidati, Buonfiglio (Federcanoa) e Pancalli (Comitato paralimpico) i favoriti

Lo sport decide il suo futuro

Ci siamo. Domani è il grande giorno del nostro sport. Si eleggerà il nuovo presidente del Coni. Con l'uscita di scena di Giovanni Malagò, in carica per oltre un decennio, c'è molta curiosità su chi gli succederà sul trono di Palazzo H. Si sono candidati in otto (mai così tanti, e nessuna donna), ma sono due i grandi favoriti: il napoletano Luciano Buonfiglio, 74 anni, dal 2005 alla guida della Federazione italiana canoa e kayak e vicepresidente del Coni dal 2013 al 2018 sotto la presidenza proprio di Malagò, di cui rappresenterebbe la continuità; e il romano Luca Pancalli, 61, presidente uscente del Comitato Italiano Paralimpico, più vicino alla maggioranza di governo. Il terzo nome più accreditato è quello di Franco Carraro, 85, già presidente Coni (1978-87) nonché attuale membro Cio. Il padovano di nascita e milanese e romano d'adozione in questi ultimi giorni non ha voluto rilasciare interviste, ma ha già fatto sapere che confermerebbe l'attuale staff del Coni lasciando Carlo Mornati nel suo ruolo di Segretario Generale. Carraro può diventare l'ago della bilancia dalla seconda votazione in avanti. Gli altri candidati sono: Duccio Bartalucci (73 anni), modenese ma romano d'adozione, ex ct azzurro del salto ostacoli di equitazione; Mauro Checcoli (82), bolognese, due ori olimpici a Tokyo '64 nell'equitazione; Pierluigi Giancamilli (64), di Fiano Romano, consigliere federale del pentathlon moderno; Carlo Iannelli (61), avvocato pratese e padre di Giovanni, ciclista scomparso a 22 anni in una gara; Giuseppe Macchiarola (70), foggiano, medico sportivo ed ex consigliere federale Federboxe. I candidati, che qui hanno risposto ad alcune domande, domani avranno circa 7 minuti a testa per poter parlare nell'assemblea elettiva. I grandi elettori sono 80. Per essere eletti alla prima votazione (si parte alle 10) serve la maggioranza assoluta di 41. Ci sarà anche una copertura televisiva dell'elezione, trasmessa sull'ItaliaTeamTV, il canale OTT del Coni.

4 domande per tutti:

  1. Perché ha deciso di candidarsi e come convincerà gli elettori?
  2. In questo momento che cosa va o non va nello sport italiano?
  3. Domani in Consiglio quanto penseranno le alleanze?
  4. Quanto influirà nell'elezione il ruolo di Malagò?

Luciano Buonfiglio: «Brand Coni da preservare e meno burocrazia»

1. «Perché ho ricoperto tutti i ruoli nel mondo sportivo e voglio contribuire all'evoluzione del CONI. E ho raccolto le istanze, i contributi e le osservazioni di tutti. Mi sono confrontato con tanti presidenti federali, soprattutto i neoeletti. Ho sentito le atlete e gli atleti, i tecnici. Ho incontrato i rappresentanti dei CONI provinciali e regionali perché dobbiamo dedicare tanta attenzione al territorio.

1. Se c'è un settore che va bene è proprio lo sport italiano, il brand del CONI è in assoluto uno dei marchi più riconosciuti al mondo. Dobbiamo però creare uno sportello di servizi per supportare e aiutare tutti gli attori a superare gli ostacoli burocratici.

3. Alleanze? Per me si deciderà tutto al primo turno, come dico sempre questo non è il mio programma ma il nostro programma perché nasce dal contributo di tutte le componenti del Consiglio Nazionale.

4. Io sono un uomo di sport e avere qualcuno che fa il tifo per me non mi dispiace. L'idea di evoluzione del CONI che abbiamo non può trascendere dall'esperienza di grandi dirigenti che hanno contribuito alla crescita dello sport».

Luca Pancalli: «Pari opportunità e sintonia con Sport e Salute»

1.«Ho interrotto in anticipo il mio percorso al Comitato Italiano Paralimpico perché ho ritenuto di aver raggiunto tutti gli obiettivi. Ora voglio dare vita a un CONI più forte, partecipato, capace di rappresentare tutte le sue componenti. La prima cosa che farò è dare vita a una fase di ascolto. Vorrei che ogni sportivo possa avere le stesse opportunità. L'idea è quella di lavorare, in accordo con Sport e Salute e tutti gli Organismi sportivi, ad hub sportivi moderni e a un piano per portare i valori olimpici nelle scuole.

2. Abbiamo strutture di eccellenza e competenze all'avanguardia. In questi anni lo sport italiano ha ottenuto successi straordinari. Però l'accesso allo sport è ancora un problema per molti cittadini. La burocrazia e la mancanza di coordinamento rallentano le politiche sportive.

3. Le alleanze possono essere utili, ma solo se si fondano su convergenze programmatiche e proposte concrete.

4. Sono sicuro che tutti gli elettori abbiano piena autonomia di giudizio. Ritenere che i loro voti possano essere influenzati da endorsement credo sia poco edificante nei loro confronti».

Mauro Checcoli: «Per una battaglia dello sport contro la politica»

1.«Da convinto sostenitore dei valori olimpici e da presidente dell'Accademia Olimpica, sono molto contrario a come la politica ha occupato lo sport e sono stato deluso da come il CONI lo ha permesso. Risultato: un meccanismo funzionante, come dimostrano i grandi successi degli ultimi anni, è stato inceppato e ingabbiato. Quanto agli elettori, sono gente di sport e sono convinto che capiranno come scegliere, pur non avendo io sollecitato né premuto nessuno! Sono dalla parte del campo, per cui dei tecnici, degli atleti, delle società sportive..

2. Siamo il Paese di Arlecchino fatto di mille pezzi: alcuni funzionano bene, altri no. Alcuni sport sono ben organizzati e altri lasciati indietro perché il CONI è stato privato choccamente del potere economico e del relativo potere di intervento. È una battaglia dello sport contro la politica. Mi rifiuto di credere che questa non sia una motivazione già sufficiente sia per candidarsi sia per sostenermi.

3. Più che le alleanze conteranno i gruppi che si formeranno attorno a Malagò o ai suoi avversari.

4. Malagò è molto abile e convince ed è ancora in sella»!

Pierluigi Giancamilli: «Federazioni al centro e criticità giustizia sportiva»

1. Perché vorrei che il CONI mettesse al centro del suo progetto il funzionamento delle Federazioni e delle DSA (Discipline sportive associate) e che lo sport italiano non fosse condizionato dalle logiche politiche. Farò riflettere gli elettori sulle finalità e i valori dello sport.

2. La grande professionalità di tutti i settori tecnici e la loro organizzazione è un punto di forza dello sport italiano, come anche il supporto economico che lo Stato assegna allo sport. Ma lattuale modalità di elezione nelle varie Federazioni e DSA, che non garantisce la rappresentanza democratica delle minoranze, è un punto di debolezza. Inoltre la giustizia sportiva presenta grosse criticità, poiché è determinata di fatto, attraverso l'esercizio delle nomine, dai Presidenti e dai Consigli Federali, modalità che le impedisce di essere terza.

3. Conteranno moltissimo, poiché anche chi avrà pochi consensi, dal quarto scrutinio in poi potrà essere determinante.

4. Sì, Malagò potrebbe essere un fattore significativo».

Carlo Iannelli: «La tragedia di mio figlio e l'etica nello sport»

1. «Voglio riportare l'etica nello sport. Il tutto, purtroppo, nasce dalla tragica vicenda di mio figlio Giovanni, morto a 22 anni durante una gara ciclistica. Mi sono trovato, mio malgrado, coinvolto in questa vicenda, che ha dei risvolti davvero raccapriccianti dal punto di vista sportivo, giudiziario e ordinario. Come convincere? Mi presenterò per come sono. Io sono Carlo Iannelli, e sarò un presidente non scomodo, di più. Se ritenete che sia la persona giusta, votatemi, altrimenti tenetevi il resto.

2. Mancanza di valori. Quando ho iniziato a occuparmi di ciclismo, ho avuto due maestri: Alfredo Martini e Franco Ballerini. Valori come i loro sono andati perduti nel nome dei risultati ad ogni costo e del medagliere.

3. Saranno determinanti, ormai conta solo la politica. Mi conforta in questo senso il fatto di avere un buon rapporto con il ministro dello Sport, Abodi. Lui mi ha conosciuto, sa che persona sono, conosce la vicenda di Giovanni. La mia è una candidatura provocatoria.

4. No, credo che l'endorsement di Malagò non avrà un gran peso. Penso che ci sia voglia di cambiare sistema».

Giuseppe Macchiarola: «È ora che ci siano più trasparenza e partecipazione»

1.«Perché ho realizzato che il sistema sport necessita di profonde revisioni nei meccanismi di partecipazione e trasparenza e credo, giunto al termine della mia esperienza dirigenziale, sia doveroso fare conoscere le mie proposte che credo saranno accolte favorevolmente da tanti dirigenti periferici, atleti e tecnici magari meno entusiasticamente dai presidenti federali. Come convincerli? Il primo punto del programma è che serve un ripristino dei comitati provinciali del Coni. Il secondo è la modifica del sistema elettorale delle dirigenze federali. Infine, la revisione della composizione degli organi di giustizia.

2. Lo sport cresce in numeri e consapevolezza dei cittadini dei benefici della pratica. Ma quando ci si avvicina alle stanze del potere per migliorare la partecipazione democratica scattano meccanismi di difesa e autoconservazione. Bisogna poi recuperare un proficuo rapporto di collaborazione e sinergia con Sport e Salute.

3. Le alleanze potrebbero essere soprattutto politiche e questo stona nel mondo dello sport.

4. Certo, il presidente uscente ha un grande carisma e potrebbe indirizzare dei voti».

Duccio Bartalucci: «Lo sport non è solo medaglie, ma equità ed inclusione»

1. «Per avere la possibilità di dare voce a temi sui quali lo sport dovrà necessariamente confrontarsi nei prossimi anni. Fra questi: l'introduzione obbligatoria del sistema di voto elettronico a distanza; la riforma della giustizia sportiva; una maggiore attenzione alla tutela dei minori attraverso l'istituzione di un nuovo organo di controllo. Quanto agli elettori, punterò sull'importanza del rinnovamento.

2. Lo sport italiano, per quanto riguarda i risultati nelle varie discipline, ha raggiunto traguardi di grande rilievo che hanno dato lustro all'immagine del nostro Paese su scala mondiale. Ma lo Sport non è soltanto medaglie: è soprattutto educazione, inclusione, tutela, equità.

3. Per quanto sto vedendo, sembrerebbe molto.

Mi piacerebbe però assistere a un confronto incentrato sui temi e sui contenuti, più che sul Risiko di alleanze o patti di non belligeranza.

4. A Malagò vanno riconosciuti risultati importanti, una forte rappresentatività e un impegno costante al servizio dello Sport. Chi verrà dopo dovrà interpretare una fase nuova, dando un impulso riformatore».

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