Cronaca locale

«Una strada e gli Arcimboldi intitolati a Oriana Fallaci»

Proposta della Lega: «Una via non basta, per la giornalista un posto al Famedio e la dedica del nuovo tempio della cultura»

Il suo nome nel Famedio del cimitero Monumentale tra i cittadini illustri che hanno fatto grande Milano e gli Arcimboldi che potrebbero diventare il teatro Oriana Fallaci. A chiederlo la Lega Nord durante la giornata organizzata ieri a Palazzo Marino dal capogruppo ed eurodeputato del Carroccio Matteo Salvini per ricordare la giornalista e scrittrice recentemente scomparsa. «Questa mattina - spiega - abbiamo cominciato la raccolta di firme per intitolarle una via di Milano. Ma, in corso d’opera, visto il grande entusiasmo della gente, l’iniziativa ha preso anche un’altra strada. Presto vogliamo si possa dire “stasera andiamo al teatro Fallaci”, suona anche bene. Ed è giusto dedicare a una grande donna un luogo in cui per sempre la gente si recherà per ascoltare musica o per fare cultura. Speriamo quella vera, quella che lei amava, non certo quella da salotto». E la via? «Bene anche quella, ma visto come stanno andando le cose non vorrei finissimo con l’intitolarle una strada piena di phone center gestiti da immigrati e negozietti di kebab affollati di extracomunitari irregolari».
La Sala Alessi, il gioiello del palazzo comunale, è strapiena e al microfono si alternano attori che leggono passi dei romanzi più celebri. Un uomo, poi Lettera ad un bambino mai nato. «Nulla è peggiore del nulla. Non temo di morire, perché se uno muore vuol dire che è nato. E nascere è meglio di non nascere», scriveva in quest’ultimo. Poi i passi dei più recenti Inshallah e La rabbia e l’orgoglio. In tanti applaudono, molti indossano la maglietta verde fatta stampare apposta («Sempre liberi, grazie Oriana»). «È lei che ci ha ricordato - le parole dell’assessore regionale Davide Boni - che l’Occidente ha una dignità da difendere, che nessuno ci può togliere la libertà di poter anche dire cose che vanno contro il politicamente corretto. Ma la Fallaci non deve diventare un monumento, le idee vanno avanti sulle gambe degli uomini. Da lei prendiamo l’orgoglio di sentirci uomini e facciamole camminare». Sul palco il microfono è per tutti. «Non posso essere di sinistra perché sono nata in Dalmazia e ho conosciuto l’orrore del comunismo e la tragedia delle foibe. Ma sono sicura che se ci fossimo incontrate saremmo diventate amiche».
Appoggio alla proposta di dedicarle gli Arcimboldi assicurano l’onorevole Giancarlo Pagliarini e Massimiliano Orsatti. «Alla prima giunta utile la presenterò - promette l’assessore -. Se Firenze non la vuole, se Roma la snobba, per Milano Oriana sarà sempre viva». Frasi sottoscritte dalla collega di giunta Carla De Albertis (An). «Dobbiamo difendere la nostra civiltà - sottolinea -. Pronti a rispettare tutti se si comportano bene, ma non possiamo tollerare chi ci vuole distruggere. E la Fallaci ci insegna che contro il terrorismo fondamentalista islamico dobbiamo usare non solo le armi tradizionali, ma anche i valori radicati nei nostri cuori». Le fa eco Laura Molteni. «E una volta per tutte basta con la favola dell’Islam moderato». Una leghista passa. Sotto braccio la terribile prima pagina della Padania con il sigillo della Fallaci, velenosa come solo un fiorentino sanguigno sa esserlo.

«Il vostro cancro è più grave del mio».

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