«Con le strade chiuse il fallimento è sicuro»

Mentre il corteo degli abitanti di Paolo Sarpi sfila lungo la Chinatown milanese chiedendo la delocalizzazione dei grossisti e la pedonalizzazione di via Sarpi, molti commercianti italiani si schierano dalla parte dei cinesi, pensiero peraltro già espresso a maggio presso il consiglio di Zona 8. «Rendere pedonale la via significa dare il colpo finale ai negozi. Bisogna far rispettare le regole, ma la pedonalizzazione non è la scelta adatta, basta vedere cos’è successo sui Navigli o in corso Como» ha spiegato il proprietario dell’ottica «Salmoiraghi Viganò» di via Sarpi. «Con i commercianti cinesi non ci sono problemi, e nemmeno con gli abitanti. L’ottanta per cento dei miei clienti sono cinesi, se se ne vanno loro tutti i negozi chiudono» ha aggiunto il titolare del negozio. E anche il negozio d’abbigliamento «Libero Milano» è d’accordo: «Quest’area non è adatta alla pedonalizzazione, non è servita dai mezzi, non ci sarebbero posti dove lasciare la macchina, e tutti i negozi chiuderebbero durante i lavori per la realizzazione dell’isola pedonale, come è successo in corso Como».

«La colpa non è dei cinesi ma è del Comune che ha dato le autorizzazioni ad aprire i negozi. I cinesi hanno pagato i loro negozi, con che diritto si pretende di mandarli via?», concludono ancora dal negozio di abbigliamento.

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