Cronaca locale

Strade, interventi raddoppiati ma i milanesi vanno in buca

La colpa è di traffico e maltempo. Da martedì transennata Melchiorre Gioia. Palazzo Marino: «Disagi? Investiti 11 milioni di euro per 250 riparazioni»

A Milano c’è sempre una buca da fotografare. E se a dirlo è l’assessore ai lavori pubblici, Bruno Simini che dedica gran parte del suo lavoro proprio alle buche, non c’è rischio di essere smentiti. L’ultima in ordine cronologico si è formata martedì in via Melchiorre Gioia. Profonda quando basta per fratturare una gamba, è stata subito «transennata», ossia segnalata per evitare che qualcuno ci finisca dentro. Ma non verrà riparata prima di venerdì. Motivo? Lo spiegano alla Metropolitana Milanese che si occupa della manutenzione di acquedotto e fognature. «Si è rotta la “soletta” che copre il canale della Martesana, che insieme a parte del Seveso scorre sotto via Gioia. Per capire come rimediare bisogna scendere ma il metro e mezzo d’acqua impedisce ogni sopralluogo». Per eliminare l’acqua bisogna coinvolgere il canale Villoresi e dato che oggi sono previste piogge, l’ispezione slitta a venerdì. Già, le piogge. Insieme al grande traffico e al grande caldo sono tra i maggiori responsabili delle buche su strada. «I forti temporali, le grandinate o le nevicate rovinano il manto stradale - spiega l’assessore Simini - Per questo d’inverno si interviene a chiudere la buca in emergenza e d’estate si programma il rifacimento dell’intera strada. Alle condizioni atmosferiche estreme si aggiunga il carico dei veicoli pesanti e il continuo via vai delle automobili. In questi mesi siamo intervenuti su 250 vie (da Lorenteggio a Primaticcio, da piazzale Baracca a Maciachini), 11 milioni la spesa. Abbiamo raddoppiato gli investimenti rispetto all’anno scorso e il prossimo anno raddoppieremo ancora». Secondo l’assessore le buche rappresentano sì un problema per Milano ma in proporzioni minori rispetto ad altre città. «Una famosa casa di motociclette non avrebbe scelto Roma per collaudare i suoi scooter» conclude Simini. Fatto è che le buche a Milano spuntano come i funghi dopo le piogge, insidiose trappole p[TESTO-INFRA]er motociclisti, ciclisti e pedoni[/TESTO-INFRA]. Centinaia le richieste di risarcimento. Perché se in molti casi a farne le spese sono solo ammortizzatori, gomme, cerchioni, in altri bisogna ricorrere all’ortopedico, al fisioterapista e perdere mesi di lavoro. Marco Franzoso, avvocato del Telefono Blu, l’associazione di consumatori che sostiene nei ricorsi le «vittime delle buche», conferma: «Si è appena concluso l’iter di una signora finita in una falla, non segnalata, in via Festa Del Perdono. Si era fratturata la gamba e lavorando da precaria in un bar aveva perso qualche mese di lavoro. Il Comune ha transato e pagato il 60 per cento della somma richiesta. In quel caso, determinante fu il verbale del vigile accorso al momento dell’incidente, provò che la rottura del marciapiede non era stata segnalata». E questo, fa notare l’avvocato, è il vero problema delle buche.

Subito dopo nevicate e nubifragi si verificano più incidenti, «la segnalazione tramite paletti o transenne dovrebbe avvenire subito».

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