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Strage di Bologna, Napolitano: "Non dimenticare la follia terrorista" Fischi a Bondi: "E' odio politico"

Messaggio del Presidente per la commemorazione: "Quella strage fu frutto di una stagione di folle violenza terroristica che non deve essere dimenticata". Berlusconi: "Tragedia viva nella memoria degli italiani". Fischiato Bondi che replica: "Così non rispettate il senso più profondo della commemorazione". Bolognesi: "Condanno i fischi". Cesa: "Gazzarra indegna"

Strage di Bologna, Napolitano: 
"Non dimenticare la follia terrorista" 
Fischi a Bondi: "E' odio politico"

Roma - La contestazione, come da copione perché si ripete da anni, c'é stata anche stavolta, ma è stata molto più dura e prolungata, tanto da costringere il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, delegato quest'anno a rappresentare il governo alla cerimonia per il 29/o anniversario della strage alla stazione di Bologna, a interrompersi a metà del suo discorso. Appena il ministro ha cominciato a parlare, dal piazzale della stazione sono partiti i fischi, qualche insulto, il grido ripetuto: "Vergogna, vai via". C'é chi come l'Assemblea antifascista permanente aveva già lasciato la piazza dopo la lettura del messaggio, applaudito, del presidente della Repubblica Napolitano. E chi, come i sindacalisti delle Rdb, se ne è andato appena Bondi ha preso parola. Ma molti sono rimasti e da una piazza tradizionalmente ostile per i rappresentanti del centrodestra (anche se quest'anno meno gremita del solito come il corteo, complice il caldo e la giornata festiva), è partita la contestazione contro il ministro.

La replica di Bondi dal palco "Così non rispettate il senso più profondo della commemorazione". Poi ancora: "Io sono un democratico come quelli che fischiano e oggi offro una testimonianza del dialogo, rispettoso delle ragioni di tutti. Questa è la democrazia, non la possibilità di fischiare senza nessuna giustificazione". Quindi, all'ennesima interruzione, ha gridato al microfono, visibimente accalorato: "Io vengo dal paese di San Terenzo Bardine (luogo di una strage nazifascista nel 1944, ndr). Lì sono morte 400 persone. So cosa vuole dire la democrazia e la dignita". Giù dal palco, prima di lasciare la stazione sulla sua macchina in compagnia del figlio Francesco, il ministro ha aggiunto: "Quanto è accaduto è il segno che l'odio politico e ideologico è ancora così profondo nel nostro Paese. E' triste partecipare a una commemorazione che alla fine viene ricordata solo per le contestazioni".

Bolognesi condanna la contestazione Il presidente dell'associazione dai familiari delle vittime, non era stato tenero con il governo. Duro sui risarcimenti ai feriti che tardano a essere completati a cinque anni dall'approvazione della legge, ha scandito: "La verità è che le vittime del terrorismo sono un peso opprimente per questi politicanti che non vorrebbero controlli, ma solo apparire in tv il giorno degli anniversari" tornando a ribadire la matrice fascista della strage, sancita dalle sentenze, e a bollare come "polveroni" le piste alternative. Bolognesi ha poi condannato i fischi ma per sottolineare che essi "danno una via di fuga al governo. Questa gazzarra crea solo un martire in più per il governo. Aspettavo delle risposte sul segreto di Stato e sulle pensioni che non sono arrivate. Bondi - ha tenuto a precisare - non me le ha date perché è stato interrotto dai fischi, però non ne ho avute neanche a margine".

Delbono: non è il giorno delle polemiche Anche il sindaco di Bologna Flavio Delbono, che nel suo discorso, ha messo l'accento sull'esigenza, dopo 29 anni, di rivedere la formula delle cerimonie, ha condannato il dissenso della piazza sottolineando che "oggi è il giorno del ricordo, non delle polemiche". Dispiaciuti per la contestazione sia il segretario del Pd Dario Franceschini che il suo avversario per la segreteria Pier Luigi Bersani. Insieme hanno partecipato al corteo che da piazza Maggiore si è snodato fino alla stazione con i familiari, la gente e i gonfaloni di tantissime città. "Dispiace, ma questo é un giorno carico di tensione perché la ferita è ancora apertà", ha detto Bersani. Parole ripetute anche da Franceschini: "Questa è una piazza sempre molto carica di tensione". E Bersani ha anche riconosciuto che "probabilmente c'é bisogno in occasione del 30/o anniversario di vedere come dare sviluppo alla cerimonia, immaginandola per i prossimi venti o trent'anni".

Napolitano: follia terroristica "Quella strage - come altre che hanno dolorosamente segnato la vita della Nazione in quei tragici anni - fu frutto di una stagione di folle violenza terroristica che non deve essere dimenticata. Su di essa è necessario che prosegua una riflessione collettiva - sottollinea il capo dello Stato - che ho ritenuto di sollecitare con i miei interventi in occasione del 'Giorno della Memoria' per onorare le vittime e perpetuarne il ricordo presso le generazioni più giovani. Solo sviluppando un impegno costante di corretta trasmissione della memoria è possibile diffondere la cultura della convivenza pacifica e della consapevole partecipazione all'esercizio dei diritti nell'ambito della legalità costituzionale".

Berlusconi: tregedia viva nella memoria "La tragedia vissuta da Bologna e dall'Italia tutta il 2 agosto 1980 che il manifesto della sua associazione ricorda, è ancora viva nella memoria degli italiani",ha scritto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. "Desidero esprimere con forza alla cittadinanza, anche a nome del Governo - prosegue il messaggio del capo del Governo - lo sdegno e la forte condanna di ogni forma di violenza e di terrore ed il fattivo sostegno delle istituzioni per il quieto vivere sociale".

Schifani: rinnovata coscienza democratica "Il ricordo delle vittime promuova una rinnovata coscienza democratica". Lo afferma il presidente del Senato, Renato Schifani, in una lettera inviata al sindaco di Bologna, Flavio Delbono, e al presidente del Comitato di solidarietà alle vittime delle stragi. "In occasione del 29mo anniversario della strage alla Stazione di Bologna - scrive il presidente Schifani - desidero giunga alle famiglie e ai bolognesi tutti la mia partecipe vicinanza in questo giorno di memoria silenziosa e commossa. Il mio auspicio - aggiunge - è che il ricordo delle vittime innocenti del terrorismo di quegli anni, di ogni matrice, promuova la formazione in Italia di una rinnovata coscienza democratica e di una nuova cultura della solidarietà, del dialogo e della convivenza civile".

Fini: un dovere accertare la verità "A tanti anni distanza, ritengo sia dovere assoluto delle istituzioni accertare la verità in tutti i suoi aspetti, ricostruendo nella sua completezza i contorni di quell'oscura e torbida azione destabilizzatrice che si abbatté su Bologna e sull'Italia producendo tanti lutti e tante immani sofferenze. E' un necessario servigio che si deve alla città, agli italiani e alla democrazia del nostro Paese". Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo messaggio. "E' necessario mantenere sempre viva la memoria di quella terribile tragedia per rinnovare l'esecrazione del terrorismo e per riaffermare i principi della democrazia, della legalità e della libertà che sono patrimonio condiviso del popolo italiano. Il ricordo di come la Repubblica seppe reagire all'attacco criminale dello stragismo deve essere di incitamento a difendere sempre con determinazione e fermezza i valori costituzionali che sono alla base della convivenza civile".

Capezzone: no al doma della "strage fascista" "L'odio non porta lontano e non fa bene a nessuno: ed è ancora una volta avvilente dover constatare il modo aggressivo e intollerante con cui una personalità del governo, in questo caso il ministro Bondi, è stata accolta a Bologna", dice il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, che aggiunge: "Tra l'altro, anche alla luce di ulteriori elementi emersi in questi anni, sarebbe il caso di mettere in discussione il 'dogma' politico-giudiziario sull' origine fascista della strage". "Anziché aggredire l'onorevole Bondi e chiunque osi presentarsi alle commemorazioni - conclude Capezzone - i familiari delle vittime e le loro associazioni non dovrebbero accontentarsi di una verità 'ufficiale' e 'politicamente corretta', ma farebbero bene a cercare i veri mandanti e i veri esecutori".

Cesa: "Gazzarra indegna" "La strage di Bologna è una ferita ancora aperta per la città e per tutto il Paese: purtroppo, i soliti fischi hanno trasformato in un'indegna gazzarra contro il governo una manifestazione che doveva unire tutti gli italiani nel ricordo delle vittime e nella condanna dei terroristi. Le critiche al governo si possono rivolgere in tante circostanze, ma in giornate come queste deve prevalere il rispetto e l'unità nazionale".

Lo afferma il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.

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