Mariateresa Conti
da Palermo
Non ha tregua il bollettino di morte che arriva dalle acque del Mediterraneo per gli sbarchi degli immigrati clandestini. All'indomani dell'ultima tragedia che si è consumata due giorni fa al largo di Lampedusa (13 morti e 14 superstiti, sette dei quali in condizioni gravi) un altro dramma, la notte scorsa, questa volta nei pressi di Malta: una «carretta» con 30 extracomunitari a bordo è affondata. Ben 17 i morti, tra cui otto bambini e un neonato. Appena 13 i sopravvissuti, tratti in salvo dall'equipaggio di un peschereccio.
Un'autentica ecatombe, quella che in questi ultimi giorni sta funestando il braccio di mare tra la Libia e la Sicilia. Una strage, provocata dai mercanti di morte senza scrupoli che dalle coste libiche imbarcano su piccole imbarcazioni fatiscenti poche decine di immigrati, che vengono poi mandati allo sbaraglio alla volta delle coste siciliane. È il caso dei trenta migranti - 29 somali e un ghanese - naufragati a circa 40 miglia da Malta. I 13 superstiti - otto uomini e cinque donne - hanno spiegato che la piccola nave ha cominciato ad imbarcare acqua, per poi affondare. A prestare i primi soccorsi, il peschereccio Saverio De Ceglia, di Siracusa. «Abbiamo visto una barca che affondava - ha raccontato il comandante, Vincenzo Nardulli - c'erano decine di persone in acqua, molte erano morte. La cosa più straziante è stata vedere i corpi dei bambini. Un'esperienza tremenda, erano stremati, disidratati, hanno raccontato di essere rimasti senza bere né mangiare per tre giorni». Nove, si diceva, i bambini inghiottiti dalle acque.
E nel frattempo, il flusso di sbarchi continua. Ieri pomeriggio un gommone con a bordo una trentina di migranti è stato intercettato a venti miglia da Lampedusa.
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