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Strage di Kandahar, il soldato Usa rischia la pena capitale

Mentre Barack Obama assicura che gli Stati Uniti rispetteranno in pieno la legge nella vicenda del soldato che ha massacrato 16 civili in Afghanistan, il segretario alla Difesa, Leon Panetta (nella foto), ipotizza per il militare la pena di morte e nel Paese asiatico i talebani lanciano un proclama in cui minacciano di decapitare i «soldati sadici e assassini». Il portavoce degli insorti, Zabiullah Mujahid, ha giurato vendetta e in una dichiarazione inviata ai giornalisti ha affermato che il militare dovrebbe essere processato come un criminale e giustiziato dai parenti dalle vittime. E centinaia di studenti universitari sono scesi in piazza nella città di Jalalabad, nell’est dell’Afghanistan, per protestare contro la strage di civili compiuta domenica scorsa da un soldato americano nella provincia di Kandahar. Nella prima manifestazione di protesta contro la morte di 16 civili, circa 400 dimostranti hanno urlato «Morte all’America», «Morte a Obama», e hanno chiesto che il responsabile sia processato in pubblico in Afghanistan. Gli studenti hanno anche bloccato la strada principale che collega Jalalabad alla capitale Kabul. «Jihad (guerra santa) è l’unica strada per cacciare dall’Afghanistan gli invasori americani», recitava uno striscione esposto dai manifestanti.
E in uno dei due villaggi in cui il soldato americano ha fatto strage di civili, la delegazione del governo afgano in visita alle famiglie delle vittime è stata attaccata dai guerriglieri talebani. Della delegazione, coinvolta in un conflitto a fuoco del quale è stato testimone diretto un giornalista dell’agenzia Associated Press e nel quale sarebbero rimasti uccisi un soldato afgano e tre insorti, facevano parte anche due fratelli del presidente Hamid Karzai e alti ufficiali della sicurezza, che comunque sono tornati a Kandahar sani e salvi. La missione era stata decisa per risarcire le famiglie degli uccisi e le vittime: duemila dollari per ogni persona morta, mille dollari a ciascun ferito.
E per il New York Times, il massacro di Kandahar rischia di accelerare il ritiro dall’Afghanistan, visti rischi e tensioni. Ma l’exit strategy non cambia, assicura Obama.

Con ampio rilievo, il Nyt ha scritto ieri che l’amministrazione Usa starebbe considerando una «accelerazione» del ritiro, e il presidente ha così dovuto ribadire: ce ne andremo in maniera «responsabile», per evitare di dover poi «tornare indietro».

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