Enrico Lagattolla
Le norme del codice della Navigazione attribuiscono «un generale potere di vigilanza al direttore su tutta lattività aeroportuale, posto che costui è incardinato nellEnac, del quale è occhio e braccio presso laeroporto». Così scrive il sostituto procuratore generale Salvatore Sinagra nelle motivazioni del ricorso in Cassazione contro la sentenza dAppello per la strage di Linate (in cui, l8 ottobre 2001, morirono 118 persone) conclusa con lassoluzione dei funzionari dellaviazione civile Francesco Federico (responsabile circoscrizione territoriale) e Vincenzo Fusco (direttore dellaeroporto), e la riduzione della pena per Paolo Zacchetti (controllore di volo Enav).
Nella richiesta di un nuovo processo dappello, Sinagra sottolinea come spettassero a Fusco «ispezioni sulle infrastrutture», e «controlli in aggiunta a quelli disposti dalla direzione centrale»: Di più, «lunica autorità aeroportuale preposta alla vigilanza è proprio il direttore», a cui spetta «adottare i provvedimenti necessari alla salvaguardia della sicurezza». E a Fusco, in occasione della strage, viene imputata una «colpevole omissione di vigilanza». Come lui, anche Zacchetti, («venuto meno al suo dovere primario di tener conto dei riporti ricevuti per guidare laeromobile», anche in considerazione della «mancanza di ausili radiomagnetici»), e Federico. Colpevole, secondo il pg, di «omessa vigilanza sul sistema di sicurezza del movimento a terra degli aeromobili nellaeroporto di Linate», e di inosservanza dell«obbligo di vigilanza diretta».
Strage di Linate, il pg ricorre in Cassazione
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