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Una strage nella Manhattan del deserto

Due turiste belghe, il loro autista e la loro guida turistica (entrambi yemeniti) sono rimasti uccisi in conseguenza di un attacco condotto nella regione dello Hadramaut, nella parte orientale dello Yemen.
Le autorità locali ritengono che gli autori della strage (sembra un gruppo di quattro persone) facciano parte della branca locale dell’organizzazione terroristica di Al Qaida, che nei giorni scorsi aveva diffuso on line il primo numero di una propria pubblicazione, nel quale si minacciavano atti criminali di questo tipo. Questo come ritorsione per l’uccisione di alcuni militanti da parte delle forze governative. Nel testo si pretendeva anche la liberazione dei prigionieri di Al Qaida reclusi nelle carceri yemenite.
L’attacco si è verificato nella valle di Doan. Una comitiva di una quindicina persone, tra turisti e guide, era diretta alla città di Shibam, quando un gruppo di uomini armati li ha attaccati sparando loro addosso. Gli aggressori si sono poi allontanati a bordo di una vettura. Oltre alle quattro vittime, si contano due feriti: un altro turista di nazionalità belga e un accompagnatore yemenita.
Shibam si trova 450 chilometri a est della capitale Sana’a e deve la sua fama allo specifico stile architettonico dei suoi palazzi (alcuni dei quali risalgono al XVI secolo). La città, proclamata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è il più antico agglomerato con grattacieli al mondo ed è soprannominata un po’ enfaticamente la «Manhattan del deserto». Il governatore dello Hadramaut ha spiegato in una conferenza stampa che la caccia ai terroristi viene condotta con l’uso di posti di blocco e di elicotteri. Per ora però senza risultati.
Lo Yemen, Paese di origine della famiglia di Osama Bin Laden, non è nuovo a episodi di questo genere.

Nello scorso luglio sette turisti spagnoli furono trucidati e sei feriti in un attacco condotto presso il celebre tempio della regina di Saba, un monumento che risale a tremila anni fa. Nello Yemen si sono anche verificati ripetutamente sequestri di turisti occidentali, solitamente da parte di gruppi tribali che vivono in regioni poco controllate dalle autorità.

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