Non solo i grandi comuni come Genova sono alle prese con crisi politiche, litigi e correnti interne alla maggioranza. Nel piccolo comune di Orero, circa 600 anime in provincia di Genova, succede che sindaco e vice sindaco, una volta tanto vicini da essere uno l'alter ego dell'altro, litighino furiosamente fino a prendere posizioni completamente discordanti.
Motivo del contendere, la scelta del comune con cui associarsi per risparmiare sui servizi. Da una parte il sindaco Mino Gnecco, favorevole ad associarsi a Cicagna, dall'altra il suo vice Fabio Arata, deciso ad associarsi al comune di Moconesi.
Succede che al momento di votare in aula il vice sindaco Arata e la consigliera Marina Lenzi, anche'essa appartenente alla maggioranza, non si presentino nemmeno in aula. Ufficialmente assenti giustificati ma nei fatti, in evidente dissenso con la posizione del sindaco Gnecco, destinata a passare in aula. La proposta di associare il comune di Orero a quello Cicagna viene infatti approvata da tutti i componenti del consiglio comunale presenti in aula. A sostenere la decisione del primo cittadino anche il contributo fattivo del gruppo di opposizione «Libertà è partecipazione» che dopo aver votato accanto al sindaco in aula, attacca la maggioranza. «Abbiamo votato compatti con grande senso di responsabilità dopo aver ascoltato la voce dei cittadini ma dobbiamo prendere atto della grave crisi di maggioranza che si è consumata», scrivono i membri del gruppo Gianluca Ratto, Dino Cuneo e Ivan Midali. I consiglieri del gruppo, pur attaccando la maggioranza, ribadiscono il loro ruolo di opposizione responsabile. «I problemi sono tanti e noi non faremo mancare il nostro apporto se le decisioni andranno incontro alla cittadinanza. Non sappiamo se ci saranno conseguenze e se il sindaco presenterà le dimissioni, se questa spaccatura diventerà qualcosa di insuperabile e che decisioni prenderà il sindaco ma ci auguriamo che da domani si ritorni a parlare dei problemi reali dei cittadini coinvolgendoli maggiormente».
Una spaccatura in tutto e per tutto che nemmeno il clima di buonismo che accompagna le feste di fine anno sembra in grado di ricomporre.
Insomma, se Atene piange e Sparta non ride, nemmeno il piccolo comune di Orero può dirsi immune dalle polemiche della politica.
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