La strana mail che «bocciò» il libro

Primi di ottobre, nella casella di posta di Michael Wolff arriva una e-mail. Mittente: Rupert Murdoch in persona. «Ho appena letto cinque capitoli del suo libro. Contiene alcune inesattezze molto dannose riguardo a fatti che sarei lieto di chiarirle se potessimo incontrarci. In caso non fosse possibile, non avrò altra scelta che parlare al suo editore». In seguito Murdoch attiverà un suo top manager per trattare la faccenda, ed è probabile che alcuni spigoli della sua biografia siano stati smussati in seguito alle pressioni, nonostante la rigida barriera di riservatezza creata attorno al libro. Comunque, non si capisce bene chi abbia fornito la bozza a Murdoch, visto che l’autore arriva a dire che «Newscorp ha sottratto questa primissima versione del libro. Di fatto possiede merce rubata». Ma cosa preoccupava tanto lo “Squalo”? Stranamente niente che riguardi la famiglia, ma alcuni giudizi duri sul suo numero due, Peter Chernin (Murdoch tra l’altro si dice «esasperato» dal fatto che non legga mai giornali), sul capo di Fox News, Roger Ailes, e in generale sull’inaspettata insofferenza di Murdoch per l’informazione di Fox News, sentimento diffuso in tutti gli ambienti liberal in cui il conservatore Rupert si è introdotto recentemente grazie alla terza moglie.

E c’è chi pensa che dietro quella e-mail di velata minaccia ci fosse proprio lei. Pare infatti che il magnate mondiale dei media non sia molto pratico di e-mail, e le faccia controllare (e scrivere?) direttamente alla moglie.

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