Le strane frequentazioni del fondatore di Ikea Da filonazista a mobiliere

Un libro svela un passato da militante nell'estrema destra per Ingvar Kamprad, 86enne patron della catena di negozi di arredamento nota in tutto il mondo

Le strane frequentazioni 
del fondatore di Ikea
 
Da filonazista a mobiliere

Stoccolma - Ricco, ricchissimo, ma con un passato non proprio limpido. Stiamo parlando di Ingvar Kamprad, 86 anni compiuti, fondatore dell'Ikea. Già da tempo, infatti si sospetta che l'uomo abbia avuto frequentazioni naziste da giovane. Ma ora arriva un libro che rischia di gettare un'ombra oscura sul patron della catena di negozi di arredamento più famosa al mondo.

Già nel 1994 si era parlato della militanza di Kamprad a inizio anni ’40 nel partito d’estrema destra Nysvenska Roerelsen (New Swedish Movement). Allora l'uomo aveva liquidato la cosa come "una sbandata adolescenziale". Oggi la giornalista svedese Elisabeth Sbrink ha dimostrato che le frequentazioni non sono finite con l'ingresso nell'età adulta.

Concepito come una biografia di Otto Ullman - ebreo viennese riparato in Svezia che trovò asilo da ragazzo presso la famiglia Kamprad - l’opera rivela intrecci profondi e inconfessabili fra il creatore dell’impero Ikea e l’ideologia che fu alla base della II guerra mondiale e dello sterminio di 6 milioni di ebrei. Sbrink non nega il legame d’amicizia coltivato da Ingvar fin dall’infanzia con Ullman, destinato poi a diventare suo braccio destro nell’avventura imprenditoriale. Ma nota come questo non cancelli le compromissioni politiche di Kamprad.

Il libro sostiene che l’adesione al New Swedish Movement di Per Engdahl - segnalata nel 1943 in un rapporto della polizia svedese in cui il miliardario in erba, allora diciassettenne, viene indicato in veste di simpatizzante del nazismo - non fu tanto effimera. E porta alla luce episodi che dimostrano il protrarsi della frequentazione con Engdahl (ospite al matrimonio di Kamprad nel 1950) fino e oltre il decennio successivo: ben dopo la nascita d’Ikea e in anni in cui la piena consapevolezza dell’orrore della Shoah non poteva più essere in alcun modo sfumata.

Non solo: Sbrink svela pure il contenuto d’una lettera degli anni ’50 in cui Kamprad si dichiara "fiero" d’aver fatto comunella con il New Swedish Movement. Un partito che - osserva scandalizzata l’autrice - non fu ’solò fascista (come affermato a parziale discolpa di sè da ’mister Ikeà), ma propriamente filo-nazista: tanto da inneggiare negli anni ’40 ad Adolf Hitler come al "salvatore d’Europa" o additare gli ebrei quale "elemento alieno alla civiltà occidentale".

Slogan tratti dai comizi di quel Engdhal nei confronti della cui memoria, ancora nel 2010, il vecchio Ingvar Kamprad si riferiva del resto così: "Dite ciò che volete, ma per me Per Enghdal fu un grand’uomo. E lo ripeterò finchè campo".

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