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Stranieri, il Comune apre le urne: «Votino già alle amministrative»

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La giunta rosso arancione a favore del diritto di voto per gli immigrati. Dopo l’apertura del sindaco Giuliano Pisapia e del presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, a settembre tra i primi firmatari della campagna «L’Italia sono anch’io», ieri il consiglio comunale ha approvato, a colpi di maggioranza, un ordine del giorno che impegna giunta a sindaco a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della cittadinanza agli stranieri e a favorire la raccolta firme per la presentazione delle due proposte di legge. La campagna «l’Italia sono anch’io», promossa da Acli, Arci, Cgil, Cisl e alcune associazioni di immigrati per i diritti di cittadinanza, propone di sostituire allo ius sanguinis (ovvero la cittadinanza trasmessa per via del sangue) lo ius soli (è cittadino chi nasce in Italia). Tradotto: far sì che chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno sia italiano. Così propone di estendere il diritto di voto alle amministrative a chi è legalmente residente da almeno cinque anni. «È una bellissima iniziativa - commentava il sindaco a settembre - la legge attuale sulla cittadinanza è una legge superata che non tiene conto della realtà attuale, e una legge che preveda il diritto di voto amministrativo ai tanti stranieri che sono in Italia e che hanno una vita regolare, che lavorano, operano e studiano in Italia».
Così se il Comune a settembre ha già aderito alla campagna - si può firmare in consiglio di zona e in nella sede centrale dell’anagrafe in via Larga - con l’approvazione del consiglio comunale - hanno votato i 29 consiglieri di maggioranza presenti, mentre l’opposizione è uscita dall’aula - la giunta si impegnerà per tradurre in atti concreti il sostegno all’iniziativa. Sono rimasti in aula Manfredi Palmeri, capogruppo di Fli e Mattia Calise, esponente del movimento Cinque stelle. Primi firmatari dell’ordine del giorno Emanuele Lazzarini (Pd), Ines Quartieri (Sel), Filippo Barberis (Pd). «Così responsabilizziamo gli stranieri che vivono stabilmente in Italia - spiega Lazzarini - e creiamo un legame tra loro e la città, grazie all’estensione del diritto di voto alle amministrazione creando le condizioni per una convivenza buona e sana».
«La cittadinanza italiana deve essere data solo a chi dimostra di volerla davvero - tuona Riccardo de Corato, vicepresidente del consiglio comunale -. Renderla automatica attraverso il meccanismo dello ius soli solo perché si nasce va contro il sensato principio di volontarietà di questo atto. In Italia non vige lo ius soli, ma lo ius sanguinis, ma già ci sono delle eccezioni come il fatto che se uno straniero rimane per un certo periodo di tempo in Italia ha diritto di richiedere la cittadinanza. Da parte nostra ci sono state alcune proposte per la facilitazione per chi compie una parte del ciclo scolastico e dimostra di essersi integrato totalmente».
Esulta il Pd, con il coordinatore cittadino Francesco Laforgia: «Siamo molto contenti della mozione approvata in Consiglio.

Il PD a Milano è impegnato da alcuni mesi nella raccolta firme. Siamo convinti che il passaggio allo ius soli e il diritto di voto alle amministrative per i cittadini stranieri siano passaggi fondamentali per rendere l'Italia migliore».

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