Cronaca locale

Stranieri oltre quota 650mila Cresce il numero di irregolari

Preferita la provincia. Tra i nuovi arrivati, uno su 3 è clandestino

Da un minimo di 633mila a un massimo di 662mila unità. È il numero degli stranieri presenti in Lombardia secondo le stime del quarto rapporto regionale sull'immigrazione realizzato dall’Osservatorio per l’integrazione e la multietnicità insieme alla Fondazione Ismu (iniziative e studi sulla multietnicità), presentato ieri nell’auditorium della tensostruttura del parlamentino lombardo. Rispetto al primo luglio 2003, si è insomma registrato un incremento di circa 93mila immigrati, 25-30 mila dei quali clandestini.
La maggior parte degli stranieri vive in provincia di Milano, 190mila nel solo capoluogo (che ha segnalato, tuttavia, un calo nell’ordine delle 9mila unità). Ma se l’incremento medio regionale delle presenze è pari al 16 per cento, la crescita più bassa si è verificata proprio nel Milanese, dove Milano ha mostrato un incremento che è stato circa la metà rispetto a quello degli altri comuni (29 per cento a fronte del 69 per cento).
Il fenomeno del decentramento abitativo colpisce anche gli immigrati che, per questioni economiche ma anche ambientali, preferiscono vivere non tanto a Milano e provincia, quanto piuttosto in altri centri minori, magari cercando di acquistare l’appartamento in cui abitano con i figli, il cui numero è in costante crescita.
Entrando maggiormente nel dettaglio, si è completata l’iscrizione anagrafica di coloro che a metà del 2003 figuravano ancora come regolari non residenti, ma è pure ripreso il flusso netto positivo da parte dell’universo degli illegali. Il numero di regolari non residenti è sceso, in tutta la regione, a 81mila (dai 130mila del 2003) e la frequenza degli irregolari si è invece incrementata di 25-35mila unità, raggiungendo valori compresi tra un minimo di 79mila e un massimo di 108mila persone. I leader dell’illegalità sono i romeni, seguiti da peruviani e albanesi. La distribuzione territoriale dell’irregolarità vede la netta prevalenza di Milano che, con 53-69mila presenze illegali (dalle 17 alle 24mila in più rispetto al 2003) è responsabile di circa la metà della crescita dell’irregolarità.
Per quanto riguarda l’area di provenienza, mentre il 2003 si era caratterizzato per essere quello del sorpasso degli Est europei sulla coppia asiatici-nordafricani, il 2004 si è contraddistinto per la progressiva accentuazione del distacco. Di fatto, l’Est (con 185mila presenze) detiene ormai saldamente il primato nella classifica per macro aree, seguito da nordafricani e asiatici (entrambi con 145-150mila presenze), quindi dai latinoamericani (95-100mila) e infine dagli africani (75-80mila). A crescere sono soprattutto i gruppi dell’Est e gli africani (più 20 per cento), mentre sono esenti da alti tassi di crescita gli egiziani, i marocchini e i filippini.
Il rapporto Ismu esamina anche i cambiamenti intervenuti nelle strutture familiari, dove va accrescendosi la presenza dei minori (dal 14,1 per cento del 2001 al 23,3 del 2004) e quella dei coniugati. Aumenta poi la titolarità delle abitazioni, passate dall'8,5 per cento del 2001 al 14,1 del 2004.
Sul fronte economico, si riducono i lavoratori a reddito decisamente basso (quelli con meno di 500 euro mensili passano dal 15,1 per cento al 5,1), mentre aumentano di molto quelli della fascia superiore ai 1.500 euro mensili (dal 2 per cento al 18,8).

In parallelo, diminuisce di un terzo il tasso di disoccupazione della popolazione attiva (dal 18,5 per cento all’11,1) e il rapporto tra lavoratori regolari e irregolari sale da 5 a 2 nel 2001 a 8 a 2 nel 2004.

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