Lo strano caso del libraio di Ventotene

Con esclusione di pinne, fucili e occhiali, e delle litigate dei personaggi di «Ferie d’agosto», il film di Virzì ambientato proprio qui, che ci fa a Ventotene per cinque mesi all’anno un giovane romano, commesso di libreria a Genova? Semplice, apre una libreria, anzi «L’ultima spiaggia», come recita l’insegna che scorgi appena sbarcato da Terracina o Formia nella piazzetta principale (che poi è anche una delle poche cose «principali» del borgo) di quest’isola dell’arcipelago pontino, più piccola e meno mondana della vicina Ponza: chiesa, farmacia, caserma dei carabinieri e una libreria vera. Niente gingilli o souvenir per turisti, che pure aiuterebbero alla cassa, ma due bei locali, freschi e pieni solo di libri, come ci tiene subito a sottolineare il nostro «eroe», Fabio Masi, 40 anni, di lontane origini ventotenesi, come sua moglie.
Ma il richiamo della foresta travestita da isola, per Fabio è stato troppo forte: «Ogni anno, da alcune stagioni, arrivo ad aprile inoltrato, porto come me delle casse piene di libri perché poi non è così facile farli arrivare durante l’estate e tiro su la serranda per il ponte del 25 aprile e la riabbasso a fine settembre. Potrei restare aperto anche solo luglio e agosto, ma non mi va di fare l’avvoltoio sui turisti, perché la mia intenzione è anche quella di dare un servizio, soprattutto ai bambini, ai ragazzi dell’isola». Che poi non sono molti: insieme a genitori, zii e nonni, fanno 600 residenti all’anagrafe del Comune, che si riducono drasticamente in inverno, quando per cause di forza maggiore (qui ci sono solo elementari e medie) vanno sulla terraferma a studiare. Però Fabio se li coccola, con pile di libri: «Ho una bella sezione di libri per ragazzi, molto apprezzata anche dai turisti. Poi vendo tanti libri sul mare e soprattutto sulla storia dell’isola». I vacanzieri sono affascinati dalla storia di Ventotene: «È difficile trovare uno scoglio così piccolo, in mezzo al mare, con tutta questa storia», esclama Masi mentre racconta con tono affabulatorio cose che magari non è difficile ritrovare tra le memorie scolastiche e duemila anni di eventi passati da qui, dalla figlia dell’imperatore Augusto ai confinati, ma anche altre di cui ammetti di non saperne nulla, come un certo premio Nobel John Steinbeck che approdò qui come inviato assieme agli americani liberatori e che a Ventotene ha dedicato le pagine più belle di «C’era una volta la guerra», pubblicato ormai troppi anni fa dall’editore Leonardo.
«Ma naturalmente ho anche libri di narrativa italiana e straniera, saggistica e varia. Ho contatti con alcuni editori e sono contenti che la loro sigla spunti anche a Ventotene, lo vedono anche come un fatto promozionale. Certo, potrebbero anche farne a meno delle poche copie che vendo, ma in realtà non ne fanno a meno», ride di gusto Fabio.
E poi, senza volergli fare i conti in tasca, le cose non vanno poi cosi male: «Quest’anno la stagione turistica è iniziata un po’ a rilento, ma poi luglio si è ripreso bene e credo che anche agosto sarà così.

Ma non posso camparci tutto l’anno, e così poi torno a fare il commesso, ovviamente in una libreria e in una città di mare». La scommessa di Fabio, ampiamente vinta, era anche un’altra: «Volevo dimostrare, anche se gli spazi e gli aiuti in tal senso sono pochi, che un giovane può aprire una libreria, a Ventotene come altrove».

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