Straordinari e premi, tasse ridotte al 10%

da Roma

Per la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione «l’ipotesi è quella di una tassazione secca del 10% (attualmente l’imposizione supera il 32%, ndr), che non si cumula: ci interessa sperimentare la misura su una grande platea di operai e impiegati». Lo dice in un’intervista a Economix il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Il ministro sta anche studiando di modificare la norma contenuta nel protocollo sul welfare che prevede una sola proroga ai contratti a termine di 36 mesi, attraverso una deroga da concordare coi sindacati. Sacconi vorrebbe anche ripristinare l’istituto del lavoro a chiamata (job on call). Ed auspica la presentazione di un «piano industriale credibile» per Alitalia, che consenta una protezione adeguata dei lavoratori in esubero.
La detassazione degli straordinari, insieme con l’abolizione dell’Ici prima casa e, forse, il bonus bebè, sarà varata dal Consiglio dei ministri che si terrà a Napoli mercoledì prossimo. Martedì, alla vigilia del Consiglio, il governo incontrerà le parti sociali. Ieri, a palazzo Chigi, del pacchetto fiscale hanno discusso con Berlusconi i ministri Tremonti e Sacconi, il direttore generale del Tesoro Grilli e il ragioniere dello Stato, Canzio. La copertura delle misure fiscali dovrebbe essere garantita da un prelievo straordinario su banche e petrolieri.
Sacconi ha confermato il carattere sperimentale della detassazione - durerà sei mesi - mentre si discute ancora se estenderla al pubblico impiego, e quale sarà il tetto d’applicazione, probabilmente intorno ai 35mila euro.

Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani - ormai calato nel ruolo di ultimo giapponese - boccia la detassazione, definendola «non utile, confusa, pasticciata». Gli altri sindacati, e i lavoratori, non la pensano così. Gli statali, infatti, già protestano per l’eventuale esclusione dal provvedimento che per il solo settore privato costerebbe meno di due miliardi.

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