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Stregati da hobby antichi, dalla calligrafia all’astrofisica

Radioamatori che snobbano la Rete; calligrafi appassionati di codici miniati; aeromodellisti che mettono a disposizione istruttori patentati; astrofili che scoprono nuovi corpi celesti. È la Milano rassicurante degli hobby. Tutti originali e a portata di mano.
Tutti pazzi per Internet? Mica tanto: sono circa un migliaio, tra insegnanti, medici, giornalisti, giovani e impiegati, i milanesi che trascurano la tastiera preferendo comunicare con le manopole e il microfono della radio. «Lavorare col computer è una cosa elementare - dicono nella sede dell'Ari, Associazione Radioamatori Italiani di Milano -. Invece per raggiungere l'altro capo del mondo via radio, bisogna conoscere sia l'apparecchio che hai per le mani, sia gli effetti di propagazione delle onde magnetiche legati ai cicli solari».
Agli appassionati marconisti piace comunicare via radio: i loro motori di ricerca sono la ionosfera e le antenne. E così durante la notte Milano diventa un insospettato call center popolato da tiratardi per vocazione che attraverso radio e terminale (costo dai duemila euro in su) si scambiano messaggi e notizie, frammezzate da termini tecnici e sigle convenzionali per loro importantissime che però fanno contrarre lo stomaco al profano. Nata il 1° gennaio 1927, l'associazione milanese ha avuto come primo presidente onorario Guglielmo Marconi.
Ma nella città cablata esiste anche una setta di antichi scritturali, di appassionati amanuensi anch'essi in polemica col computer. Il loro mentore è Ludovico degli Arrighi, eminente studioso che nel Cinquecento diede agli amanti della calligrafia un trattato sull'arte della scrittura intitolato La Operina. All' Associazione Calligrafica Italiana sanno tutto di lui e della scrittura a mano: scherzano con la Cancelleresca, la calligrafia da cui sbocciò l'Umanesimo; danno del tu all'Onciale, usato con la penna larga dai notabili dell'Alto Medioevo, riproducono senza indugio il corsivo inglese che per loro è «il più bel carattere del mondo» e hanno confidenza con tante altre scritture a mano. Cosa li affascina, in tutto questo? «Per esempio - dice Anna Ronchi, presidentessa onoraria, insegnante e artista grafica - la traccia e il fruscìo lasciati sulla carta da china e pennini». Morale: sono circa 240 i milanesi (studenti, professionisti, pensionati, casalinghe) patiti di penne d'oca e codici miniati attualmente impegnati con la bella calligrafia.
Ma la Milano che stupisce non termina qui. In via San Dionigi, alla fermata Porto di Mare della linea gialla della metropolitano, ogni sabato e domenica, da una ventina di anni, atterrano e decollano centinaia di aerei. Qui infatti si trova il Club Aeromodellistico Milanese: l’unica organizzazione che gestisce un campo pratica in città e dove ogni week-end si danno appuntamento una novantina di aficionados per far volare le loro creature. Si tratta di una pista lunga 100 metri e larga 12 con panchine e una tettoia che funge da box dove gli appassionati mettono a punto la carburazione dei motori, oliano flap e carrelli, trafficano con verricelli e radiocomandi. Secondo la Fiam, la Federazione italiana aeromodellismo, a Milano e provincia sarebbero circa 600 gli appassionati del genere. Tanto che nel luglio 2007 una squadra guidata da Antonio Tosi, presidente del Club aeromodellistico milanese, è arrivata seconda al campionato del mondo di volo radiocomandato disputatosi nell'Indiana (Usa) tra partecipanti di 16 nazioni.
Infine Milano annovera anche attivissimi nipotini di Galileo e di Copernico. Sono all'incirca 150 i milanesi che parlano di costellazioni, pianeti, galassie e comete con la stessa naturalezza con cui al bar si parla di moto e di donne. Tutti iscritti al Circolo Astrofili, un sodalizio attivo in città dal 1932. I loro incontri avvengono sotto il robot-proiettore del civico planetario Ulrico Hoepli, gentilmente concesso dal Comune un mercoledì sì e due no, dalle 20.40 alle 23. Una passione fatta di lenti affumicate, telescopi dobsoniani e newtoniani da 67 centimetri di diametro, di macchine fotografiche e di binocoli simili a bazooka. «Abbiamo strumenti - dice Roberto Parisio, cacciatore di comete e già presidente del Circolo - che eguagliano la potenza dell'osservatorio di Monte Palomar». Tutti aggeggi a disposizione dei soci che possono chiederli in prestito semplicemente compilando un modulo. Come i 500 libri che compongono la preziosa biblioteca che conta veri e propri tesori tra cui un'edizione datata 1901 della Astronomia Popolare del francese Camille Flammarion.


Forse anche per questo gli irriducibili dell'universo, ogni tanto fanno importanti scoperte scientifiche. Come quella avvenuta qualche anno fa che lasciò a bocca aperta gli astronomi di professione: due stelle supernove e sei asteroidi.

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