Se Fanfani riappare, dalle profondità di un passato che sembrava dimenticato per sempre, nelle forme rinnovate e imprevedibili del corpo esuberante di Giuliano Ferrara, non cè ragione di meravigliarsi se, dopo anni di letargo, senza sensibili sussulti, riemergono dallo stesso passato donne esagitate e prorompenti, in slogan e manifesti, in difesa della loro vita reale contro chi difende il pensiero della vita. Singolare coincidenza: le battaglie libertarie, che Ferrara ben conosce e che ha affiancato e sostenuto in numerose occasioni, in difesa dei diritti degli individui sembrano non volersi estendere ai diritti dei non nati, dei respinti, la cui vita è biologica prima che psicologica e sociale. Così tutti i movimenti per la vita sembrano essere espressi da una visione integralista che contrasta con lo spirito libertario e la difesa dei diritti delle donne ad autodeterminare il loro destino al di là della forza della natura. Così, mentre Ferrara innalza lo spettro di milioni di morti, come conseguenza della pratica di un aborto senza regole e senza codici morali, le donne in piazza a Napoli ripetono gli antichi slogan dei movimenti femministi sessantottini: «Il corpo è mio e lo gestisco io». È la inevitabile reazione allatteggiamento muscolare che, sul piano etico, e insieme ideologico, la Chiesa esibisce con più determinazione in questi ultimi tempi trovando sostegno, su temi centrali quali la famiglia cristiana e laborto, volta a volta in personalità come Pezzotta o Ferrara. Con disagio e dispetto dei loro stessi interlocutori politici tradizionali, come Berlusconi, Pezzotta si distacca dal Partito democratico e Ferrara dal Popolo della Libertà, individuando in temi etici ragioni sufficienti a fondare partiti politici e a chiedere il consenso dei cittadini. Berlusconi invita Ferrara a rinunciare al Partito della vita riportando le questioni etiche nellambito dei problemi di coscienza, non diversamente dalla fede religiosa. Come non cè un partito dei cattolici non ci può essere un partito degli antiabortisti. E su questa considerazione convergono anche importanti esponenti della Chiesa. Ma è inevitabile che a questo richiamo gridato dei valori cristiani rispondano nelle strade le streghe, ecco: le streghe sono tornate, perché sono state evocate, perché si è preteso di estendere a tutti i cittadini e a tutte le donne i valori tipici e propri dei cristiani. Non cè dunque da stupire se a Napoli manifesti, slogan, travestimenti, proteste, richiami alla liberazione della donna, abbiano animato le manifestazioni in difesa della legge 194 e della libertà della persona nella società come bene prevalente rispetto alla difesa astratta, assoluta della vita. Come nelle manifestazioni per i Dico contro Benedetto XVI, così le donne bruceranno in piazza il fantoccio di Ferrara, prima di essere bruciate come streghe. Tenteranno di difendersi creando un incidente che avrà conseguenze sia nel Partito democratico sia nel partito del Popolo della Libertà.
I due leader diversamente moderati, Veltroni e Berlusconi, si troveranno a disagio luno con i libertari come Pannella (che già apertamente rifiuta), laltro con i nuovi teologi alla Ferrara (cui è stato garbatamente chiesto di non insistere). E forse streghe e teologici verranno bruciati insieme, per non disturbare i manovratori, in nome della moderazione.Vittorio Sgarbi
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