nostro inviato a Duisburg
Per i coreani è una specie di monumento vivente. Il suo paesino di origine, in Olanda, Vesserveld, è tuttora meta di turisti coreani. Si recano in pellegrinaggio per ringraziarlo della famosa qualificazione ottenuta sullItalia del Trap, nel mondiale del 2002, tra le proteste contro Moreno, larbitro dellEcuador addolcito dal potente dirigente sportivo di quel paese, e veleni. Guus Hiddink, sul piedistallo, indugia con malcelata soddisfazione anche perché ricorda dellepisodio un particolare pittoresco raccontato a Sky, al suo intervistatore preferito, Pierluigi Pardo. «Finita la partita, gli azzurri entrarono negli spogliatoi e presero a calci gli armadietti. Io rimasi sulluscio a godermi lo spettacolo» rammentò tacendo di quello che accadde qualche tempo dopo quando un colpo di testa di Ambrosini, a pochi minuti dal gong, gli negò laccesso alla finale di Champions League. Allora, labbraccio con Ancelotti, al centro del campo, sotto la pioggia purificatrice, ricucì la ferita dolorosa. Per tutta risposta, quando venne il giorno della finale, a Istanbul, col Milan al posto del Psv, lui decise di andare a giocare a golf e di mettersi davanti al video solo più tardi, in occasione dei rigori. Mica male come rivincita. Perciò dinanzi a questo omaccione con la camicia bianca, linglese fluente e le idee chiare, scolpite in testa, bisogna drizzare le antenne. Anche se questa volta si presenta alla testa di una nazionale mai incrociata prima dagli azzurri, lAustralia, e di modesto spessore.
Anzi, per questo, bisogna non sottovalutarlo. E prepararsi a qualche trovata dingegno, magari una furbata, quelle che gli vengono spesso per il verso giusto. Specie se davanti cè il calcio italiano. Lultima, per esempio, è diventata una specie di spina nel fianco di Andrea Pirlo, luomo più in forma del centrocampo azzurro, lunico ispiratore assistito da grande salute e grande continuità di rendimento. Bene, col Psv, in occasione dei confronti più recenti, passata stagione, girone iniziale di coppa, Hiddink preparò per il regista una marcatura a uomo, contro i canoni classici del calcio olandese che addirittura non ne prevede affatto. Da quel giorno, come ha ricordato linteressato, Pirlo è diventato il centrocampista più marcato dEuropa, persino più di un attaccante. Tutti hanno seguito limpostazione di Hiddink. Scontato che lo faccia anche lunedì prossimo a Kaiserslautern, contro gli azzurri negli ottavi, approdo storico per il calcio australiano.
Che Pirlo non gradisca lattenzione non è una gran novità. Hiddink ha chiesto conferme in tal senso anche a uno dei suoi due portieri, il milanista Kalac, reduce dalla paperina contro la Croazia. E, a giudicare dalle caratteristiche del suo gruppo, ha anche scelto luomo a cui affidare il particolare incarico. Si tratta di un altro «italiano» della rosa, Grella, che con Bresciano gioca nel Parma. Non cè nemmeno bisogno di spiegargli i dettagli della missione, il prescelto sa già tutto.
Così Hiddink si prepara allennesimo trasferimento.
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