Marianna Bartoccelli
da Roma
Tramonta unepoca e il liberismo olandese sulluso e acquisto delle droghe leggere che ha fatto felice una generazione di giovani, sta per andare in soffitta. Anche se lambasciata si affretta a smentire qualunque decisione del governo dellAia sulla chiusura degli storici coffee shop, il vicesegretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Maria Costa, annunzia in piena Conferenza nazionale sulla diffusione delle sostanze stupefacenti che si svolge a Palermo da tre giorni, che «i coffee shop verranno chiusi in tempi brevi, visto che il governo ha imposto un sistema fiscale tale da rendere impossibile la vita ai gestori di questi negozi». Tesi sostenuta dal ministro di Giustizia Roberto Castelli che ricorda al qualificato auditorio palermitano (politici e operatori) che il Consiglio dei ministri dellInterno e della Giustizia di Bruxelles ha varato una norma quadro che «pur non contenendo evidentemente disposizioni precise sullattività dei coffee-shop olandesi, prevede però specifiche sanzioni penali che riguardano queste attività». Stabilendo così alcuni principi per «dissuadere il fenomeno del turismo di drogati». Tra sei mesi inoltre lo stesso Consiglio europeo dovrà valutare se gli Stati membri hanno attuato queste indicazioni. «Sarà allora - spiega il Guardasigilli - che verrà valutato se gli olandesi si sono adeguati alla normativa europea».
«Ammesso che non si tratti dellennesima bufala, saremmo di fronte a un esempio clamoroso di masochismo e di autolesionismo» è il commento di Daniele Capezzone, il segretario dei Radicali italiani, anche lui a Palermo per una serie di contromanifestazioni alla conferenza nazionale. Secondo il leader radicale, da sempre antiproibizionista, la chiusura dei coffee shop «non farebbe altro che spingere migliaia di consumatori locali nelle mani degli spacciatori di strada. Un altro regalo alle organizzazioni criminali».
Sulla querelle dei coffee shop olandesi sono venute fuori le diverse politiche per affrontare il problema della diffusione delle droghe cosiddette leggere. «Il governo olandese continuerà la distribuzione regolamentata di cannabis» ha ribadito Loek ten Hagen, segretario dellambasciata olandese. Che ha anche spiegato lattività dei coffee: «Ai clienti, che possono entrare anche solo per bere un caffè o prendere un panino, viene dato un menù nel quale sono descritte diverse qualità di marijuana con prezzi diversi». Controllo quindi sia della qualità che dei prezzi. Secondo Costa invece lattività di questi particolari bar comincia a essere antieconomica, in quanto «molta gente preferisce rifornirsi sul mercato illegale, dove i prezzi sono più bassi». Si tratterebbe quindi di un esperimento fallito. Secondo lesperto Onu negli ultimi anni ne sono stati chiusi diversi e in ogni caso la loro apertura è stata tollerata soltanto se lontano dalle scuole e dai parchi. I coffee shop stanno per essere sostituiti dagli «smart shop», che vendono sostanze stupefacenti mascherate da un aspetto innocuo, come ad esempio tè alla foglie di coca non cocainizzate. Altro modo di vendere le droghe adesso è quello «online».
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