Strumenti sporchi Muore per infezione dopo l’intervento

Reggio Calabria, l’uomo era entrato in ospedale per un lieve ematoma alla testa. Il batterio in sala operatoria ha colpito altri sei pazienti

da Reggio Calabria

Era entrato in ospedale per un ematoma alla testa, ma è morto a seguito di un’infezione dovuta alla mancata sterilizzazione di alcuni ferri operatori. Questa l’ipotesi che hanno fatto i familiari di Francesco Ficara, autotrasportatore reggino deceduto nei giorni scorsi presso l’ospedale Riuniti di Reggio Calabria a seguito di una infezione rivelatasi fatale, che avrebbe contratto proprio nel corso dell’intervento eseguito alla fine di maggio, secondo la denuncia presentata alla Procura di Reggio Calabria.
Il 26 maggio scorso Ficara si presenta al Pronto soccorso per una «lieve ferita alla testa». Viene sottoposto a una Tac, con la quale si riscontra un ematoma sub-durale e viene ricoverato presso il reparto di neurochirurgia. Il 3 giugno l’uomo viene operato. L’11 giugno mentre si trova in ospedale per togliere i punti viene colpito da crisi e «i medici, dopo insistenze dei familiari, lo ricoverano e dopo due giorni lo dimettono». Il 16 giugno, un nuovo ricovero e il giorno successivo la constatazione che si trattava di una infezione e la decisione di operare nuovamente. Ma l’8 luglio le condizioni di Francesco Ficara si aggravano e l’uomo finisce in rianimazione, per morire pochi giorni dopo. Una storia sulla quale i figli ora vogliono vederci chiaro, e chiedono alla magistratura reggina di verificare se «sussistono gravi ipotesi di responsabilità a carico dei sanitari della struttura ospedaliera», e se sussista «una condizione di assoluta inadeguatezza e anzi un immanente rischio che, laddove la struttura dovesse continuare ad operare, si compromettano altre vite umane». La Procura ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti e ha affidato ai carabinieri il compito di verificare quanto denunciato dai familiari di Ficara. Intanto, nella mattinata di ieri la direzione sanitaria ha emesso un comunicato ufficiale per chiarire la sua posizione: «Gli episodi accertati di infezione, dovuti a uno strumento che è stato definitivamente messo da parte e sostituito con uno nuovo, riguardano 7 pazienti: uno è morto, quattro sono tuttora degenti e sono in via di guarigione e due sono guariti e sono stati dimessi». Individuato il batterio che ha causato l’infezione, la sala operatoria sarà riaperta la prossima settimana.
Quindi un’ammissione di colpa, da parte della direzione sanitaria che però, a proposito della morte di Ficara precisa: «Per quanto riguarda il caso del paziente deceduto, affetto da severe patologie concomitanti, è stato più volte dimesso su sua richiesta e contro il parere dei sanitari.

Le condizioni cliniche del paziente e della ferita chirurgica - dice ancora la nota - sono state valutate al domicilio del paziente da uno specialista neurochirurgo e l’esame microbiologico della ferita, effettuato l’8 luglio scorso, non ha presentato segni di infezione». Ma tutto questo non coincide con quanto dichiarato dai familiari ai magistrati reggini.

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