Una settimana di picchetti, assemblee antifasciste e presentazione di libri in salsa partigiana. Così gli studenti del Cantiere e dei centri sociali preparano il loro 25 aprile. Che non sarà una festa della liberazione per tutti, ma porterà una targa ben precisa: per lesattezza quella della bandiera della Volante Rossa, lorganizzazione di ex partigiani che proseguì la Resistenza anche dopo la guerra mettendo a segno omicidi fino al 49. Oggi alluniversità Statale sarà presentato il libro «Il tenente Alvaro, la Volante rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia». Ebbene, il «tenente Alvaro» era il nome di battaglia di Giulio Paggio, il comandante della Volante Rossa, condannato allergastolo per due omicidi e fuggito sotto falso nome in Cecoslovacchia. Un personaggio che per molti non si può definire un eroe. Eppure gli studenti, nel loro percorso verso il 25 aprile, celebrano lassassino come il «mitico comandante». Finché un libro del genere viene presentato negli spazi autogestiti, nulla di strano. Suona invece un po più stonato sentire che la presentazione verrà fatta in università. Alla proposta dellassemblea degli studenti di Scienze politiche infatti non è stato posto alcun veto dallufficio amministrativo della Statale. «Questo silenzio da parte dellateneo - insorge Anton Luca Romano, a nome dellassociazione Giovane Italia - non ci risulta tanto chiaro. Diventa una specie di complicità alliniziativa anche se luniversità non ha controfirmato il volantino distribuito in questi giorni. Per noi è intollerabile». E ancor più intollerabile, secondo gli studenti di centrodestra, è che i compagni di Scienze politiche si lancino in iniziative del genere quando, «ogni volta che viene presentato un libro che non rispecchia il loro pensiero, organizzano occupazioni violente con casco e bastone».
Anche nelle scuole superiori parte la campagna partigiana in cui i collettivi studenteschi indottrineranno i liceali sul «loro 25 aprile». E, dopo aver presentato un libro come lapologia di Paggio in uno degli atenei più importanti della città, parlano comunque di «censura contro i libri di storia comunisti». Alla faccia della censura. «Questo governo - attaccano con la solita solfa nei loro volantini - altro non è che una cricca dispotica e autoritaria che per perseguire i propri interessi e tener salda la poltrona non esita a tirar fuori il suo volto più razzista e neofascista». Sarà, ma a quanto pare gli studenti tentano in tutti i modi di ricordare la lotta partigiana non più in una battaglia che ha portato alla liberazione e alla democrazia, ma in qualcosa di altro: in un pretesto per continuare a istigare alla violenza, alla mobilitazione, alloccupazione. Per dividere quelli che chiamano «fascisti» e «comunisti». «Basta con queste divisioni - interviene Anton Luca Romano - il 25 aprile dovrebbe essere un momento di pacificazione».
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