Studenti in corteo: danni per 150mila euro

L’immagine simbolo della manifestazione di protesta di ieri mattina - il cosiddetto «No Gelmini day» organizzato contro i tagli alla scuola pubblica e il rifinanziamento degli istituti privati - resterà quella fissata dalle telecamere davanti alla vetrina della Banca Fideuram di corso di Porta Romana: uno dei 7mila partecipanti, con il volto coperto da un cappuccio, colpisce due volte la vetrina dell’istituto di credito con una mazza mentre quattro clienti impauriti si chiudono nell’atrio dell’entrata.
L’elemento che colpisce di più, invece, non è ideologico, ma tocca comunque tutti da vicino perché riguarda le tasche dei contribuenti: secondo il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, infatti, il corteo avrebbe causato - solo al Comune - danni per circa 150mila euro. Nel dettaglio De Corato fa notare che muri e negozi imbrattati di tag e scritte ingiuriose ci costeranno circa 50mila euro (2 giovanissimi writers sono stati colti in flagrante dai vigili mentre imbrattavano il muro di uno stabile in via Victor Hugo, ndr) le strade ricoperte di rifiuti che dovranno essere ripulite 6mila euro, le vetrine spaccate a colpi di mazza 10mila euro, una sessantina di vigili impegnati per tutta la mattina lungo gli oltre tre chilometri di percorso 5mila euro e, infine, la deviazione di 20 linee del trasporto pubblico deviate 80 mila euro (comprese spese del personale, chilometri aggiuntivi e mezzi sostituivi impiegati da Atm).
Il corteo si è formato ieri mattina, poco prima delle 10, in largo Cairoli: studenti delle scuole superiori, dell’università, e anche molti immigrati che reggevano lo striscione. Nel centro della città il serpentone degli studenti si è diretto verso il provveditorato di via Ripamonti, creando disagi lungo la via: non solo il vetro danneggiato della banca, ma muri imbrattati un po’ ovunque. Le tensioni maggiori hanno coinvolto il liceo privato Giovanni XXIII, in corso di Porta Vigentina 14 contro il quale i manifestanti hanno prima lanciato dei petardi, uova e due bombe carta scagliate nel cortile. Quando i giovani hanno cercato di fare irruzione nell’istituto, però sono stati fermati dalla polizia.
In particolare proprio contro la polizia è stato distribuito anche un volantino nel quale si accusa: «La polizia spara», in riferimento a un evento di due settimane fa, quando un poliziotto ha sparato un colpo verso un’automobile che non si era fermata all’alt e aveva tentato di investire lo stesso agente.
Il grosso della manifestazione è comunque andato in scena di fronte al provveditorato, con i cori anti-Gelmini e le proteste contro i tagli all’istruzione. A quel punto una parte del corteo, formata da ragazzi incappucciati e con caschi in testa, infatti si è staccata ed è rimasta a lungo a fronteggiare a distanza un ingente schieramento delle forze dell’ordine. Lo stallo è stato superato quando gli agenti hanno deciso di lasciar passare questo gruppo formato da un centinaio di persone.


Intanto poliziotti, carabinieri e finanzieri, in tenuta antisommossa, hanno controllato fino al tardo pomeriggio di ieri i circa 300 studenti che, staccatisi in mattinata dal corteo principale, hanno raggiunto via Imbonati, sotto la torre dell’ex Carlo Erba, dove da giorni alcuni immigrati stanno protestando. Il gruppo di stranieri in cima alla torre lamenta la loro mancata regolarizzazione richiesta con la sanatoria per colf e badanti.

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