Studenti fuori sede: per una stanzetta si spendono fino a 900 euro di affitto

Ricerca del Sunia: nelle zone universitarie i prezzi sono andati alle stelle. E a Città Studi un letto costa quanto un monolocale. Il 90% degli studenti paga in nero ed è vittima di clausole capestro

Trovare una stanza in affitto a prezzi abbordabili: è questa la mission impossible degli universitari «fuori sede» a Milano secondo il Sunia, il sindacato degli inquilini. Che denuncia tariffe da capogiro: 650 in zona Bande Nere, 700 a Porta Genova, 800 a Lambrate e piazza Udine. Ma si arriva anche a casi estremi come i 900-1000 euro chiesti nelle esclusive zona Fiera e Vittoria.
Somme che a leggerle, negli annunci, viene da pensare di aver sbagliato sezione e di stare guardando per un intero appartamento in affitto. E invece no, si parla proprio di singole stanze: un letto, un armadio e una scrivania a essere fortunati. Ma c’è anche chi propone di condividere la stanza, e per un misero letto chiede fino a 500 euro. Spese escluse.
Una situazione ai limiti del sostenibile, che secondo Laura Mariani del Sunia è dovuta, in città come Milano, dalla forte domanda di alloggi da parte degli studenti, che ha deformato il mercato spingendo molti a speculare: «I proprietari riescono a praticare alti canoni affittando un alloggio a più studenti - spiega -, fenomeno che innesca un processo di aumento generalizzato anche per i residenti i quali sono espulsi da intere zone urbane».
Ma i prezzi alti sono solo un aspetto del problema secondo il Sunia: «Ci sono anche tutta una serie di violazioni, clausole capestro e vessatorie - continua Mariani - con contratti non registrati senza limite di canone, alloggi privi di dotazioni minime sia impiantistiche che di qualità, modalità irregolari di accollo sugli inquilini delle spese condominiali».
Una rapida ricerca su Internet conferma questa situazione: su kijiji.it Luca chiede 500 euro, spese escluse, per una stanza «al confine tra Sesto San Giovanni e Milano», in zona tutt’altro che prestigiosa insomma. Mentre su easystanza.it Ottavio chiede 400 euro al mese per una condivisione a Cernusco sul Naviglio, spese escluse. E anche se è lontano dal centro e dalle principali sedi universitarie di Milano, secondo Ottavio è «da non perdere»: la metropolitana è a soli 100 metri.
Questioni delle quali le associazioni di studenti sono consapevoli da tempo: «In zone universitarie come Città studi gli affitti in nero, se si parla di studenti, sono il 90 per cento del totale - spiega Federica Musetta dell’Unione degli Studenti -. Il nostro obiettivo è il canone controllato, che è un’opzione di affitto molto conveniente sia per i proprietari di case che per gli studenti, e si basa su tariffe concordate fra Comune e proprietari di case con la mediazione delle università. Il problema è che quasi nessuno sa di questa tipologia di contratto, e sono pochissimi i Comuni dove è stato raggiunto un accordo».
Il problema degli affitti alle stelle è così sentito da parte degli studenti che L’Unione degli universitari ha anche messo a punto un sito web, www.sostudenti.it, dove è possibile consultare inserzioni «controllate» dall’Udu, ed essere quindi sicuri di non incappare in locazioni in nero e speculazioni di vario tipo.


«In gioco c’è il diritto stesso allo studio - sottolinea Musetta -. È chiaro che con questi affitti proibitivi studiare “fuori sede” diventa un lusso da ricchi. Chi non può contare sul sostegno economico della famiglia è costretto a rinunciare».

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