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Studenti vip, boom di iscritti. Il "Giuseppe Verdi" scopre i vantaggi della popolarità televisiva

Si chiama "La Compagnia del Cigno", è una serie tv e racconta le storie di sette studenti del Conservatorio milanese. Diventato notissimo tra i ragazzi

Studenti vip, boom di iscritti. Il "Giuseppe Verdi" scopre i vantaggi della popolarità televisiva

Una premessa è doverosa. La pianista più nota d'Italia, Beatrice Rana, è diplomata a Monopoli, dove è stata allieva di un didatta straordinario come Benedetto Lupo, così come l'unico italiano nell'orchestra dei Wiener Philharmoniker (quella del Capodanno viennese) è Enzo Turriziani, diplomato a Terni.

Questo per dire che le eccellenze musicali sbocciano anche negli angoli più remoti del Paese, perché la qualità la fa l'insegnante e i grandi talenti prescindono dai parametri più consueti. S'aggiunga che, soprattutto in ambito musicale, incidono tradizioni e cultura della famiglia di provenienza.

Detto questo, se c'è in Italia una bottega di musica più prestigiosa delle altre, questa è a Milano ed è il Conservatorio Giuseppe Verdi.

Il giudizio parte dalle cifre: in tutto 1720 studenti e 270 docenti, numeri che consentono di progettare in grande, perché anche in questo ambito il «piccolo non è bello». Inorgoglisce l'albo d'oro degli ex allievi, i direttori d'orchestra Claudio Abbado, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Noseda (in ordine anagrafico), i compositori Carlo Boccadoro e Fabio Vacchi, un pianista come Maurizio Pollini. Milano, poi, è la città musicalmente più vivace del Paese, tale per la presenza della Scala, di associazioni di musica da camera, di un ricco sistema di auditorium e orchestre.

La differenza, poi, la fa chi sta al timone. In questo caso la direttrice Cristina Frosini, autrice di una vera e propria rivoluzione: ha aggiunto corsi come la popular music, percorsi per la salute del musicista, corsi per talenti aperti agli studenti particolarmente giovani, che non hanno l'età per accedere al Triennio, ma le competenze per affrontare un percorso di studi di livello triennale. E soprattutto, Frosini ha reso il Conservatorio un centro di produzione, dove sono fiorite l'Orchestra Sinfonica, la Verdi Jazz Orchestra, la Banda del Verdi, una serie di gruppi da camera e pure produzioni operistiche.

«Facciamo circa duecento concerti all'anno, con due stagioni ricorrenti, Musica maestri! che vede in scena docenti anche con studenti, I suoni del conservatorio, dedicata agli studenti, oltre ai concerti fuori sede. Ci siamo mossi nel solco indicato dalla riforma, che assegna ai conservatori tre missioni: la didattica, la produzione e la ricerca. Non dimentichiamoci mai che la professione del musicista si impara in classe, ma soprattutto sul palcoscenico nel confronto con i colleghi e con il pubblico». Parola di Frosini, che siede al posto di comando dopo una lunga carriera da concertista.

In tempi recentissimi ad accendere poi l'attenzione intorno all'Harvard della musica italiana e a provocare un boom di iscrizioni (nell'ultimo anno le domande di ammissione sono raddoppiate) è qualche cosa che con le note in senso stretto ha poco o nulla a che fare.

Potremmo chiamarlo «effetto Cigno», dal titolo, «La Compagnia del Cigno», di una fortunata serie televisiva prodotta dalla Rai nel 2019 e - dato il successo - arrivata alla sua seconda serie (ma con dispiacere degli appassionati per ora non dovrebbe essercene una terza). Nella serie si raccontano le vicende di sette (come le note, appunto) studenti, tutti tra i 15 e i 18 anni, del Conservatorio di Milano. Che è intitolato a Verdi, passato alla storia anche come il «Cigno di Busseto» (da qui, ovviamente, il nome della fiction).

I protagonisti sono studenti di musica, tali sul set ma anche nella vita, e alcuni vengono proprio dal «Verdi» di Milano, che nello sceneggiato fa in qualche modo da coprotagonista delle vicende raccontate.

Levata la glassa da fiction, alla serie va riconosciuto il merito di aver fatto avvicinare al mondo della musica un pubblico non specialistico, che ha in qualche modo potuto comprendere che cantare e suonare può rendere persone migliori.

La musica classica è fresca e vitalissima, appesantita però, almeno in Italia, da una serie di stereotipi che la gravano d'una polvere che non le appartiene.

Anche una fiction televisiva può essere utile per vincere qualche luogo comune.

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