La casa è un bene e non solo per i cittadini. Al fisco, nonostante labolizione dellIci sulla prima casa, il mattone degli italiani frutta ancora 43,2 miliardi di euro. Cifra relativa al 2008, calcolata dalla Cgia di Mestre che ha anche stabilito in qualche percentuale vengono ripartiti i proventi delle imposte tra amministrazione centrale, regioni ed enti locali. Il 62,8 per cento dei 43 miliardi (pari a 27,1 miliardi di euro) va nelle casse dello Stato, il 34,6 per cento ai Comuni (pari a 14,9 miliardi di euro), il 2,5 per cento alle province (1,06 miliardi di euro) e il rimanente 0,10 per cento alle regioni (46 milioni di euro).
Tra le tasse sulla casa lIci rimane la principale, una fonte di finanziamento insostituibile per i comuni, ai quali ha garantito 10 miliardi di euro. Ma non è lunica. Su abitazioni, negozi, capannoni gravano in tutto 15 imposte. Le principali sono lIrpef, lIva, lImposta di registro, lImposta ipotecaria e catastale. Poi ci sono le addizionali, come quella provinciale e quella comunale sul consumo di energia elettrica) e due tributi: la Tarsu o la Tia e il tributo provinciale della protezione ambiente) e una accisa sul consumo di energia elettrica. Dallapplicazione dellIrpef e dellIva arrivano a sindaci altri 8,1 miliardi di euro per ciascuna imposta, mentre dallimposta di registro lErario incassa 4,7 miliardi di euro. Dalla Tarsu o dalla Tia (a seconda che i comuni applichino il tributo o la tariffa) arrivano altri 4,2 miliardi di euro. Tempo fa il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli ha proposto di riunire le imposte sulla casa in una unica tassa.
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