La fede e la religione nella sfera pubblica, la «città delluomo» nella sua articolazione politico-istituzionale, socio-economica ed educativa, levoluzione del pensiero politico europeo allindomani di due avvenimenti di portata epocale come il crollo del Muro di Berlino del 1989 e lattentato alle Torri Gemelle dell11 settembre 2001, «che hanno profondamente mutato gli scenari politici e culturali». Sono i temi attorno ai quali luniversità «San Pio V» ha chiamato oggi a discutere studiosi italiani e stranieri come Michael Novak, Rocco Buttiglione e Gaetano Quagliariello.
«Il pensiero politico in Europa dopo il 1989, tra globalizzazione e nuovo umanesimo»: questo il titolo del convegno che aprirà i suoi lavori questa mattina nellAula Magna «Francesco Leoni» dellateneo, in via Cristoforo Colombo allEur, e si concluderà nel tardo pomeriggio dopo due sessioni di discussione. La ricorrenza è di quelle che contano, vale a dire il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Ed è proprio in questa occasione che il rettore della «San Pio V», Giuseppe Parlato, nellambito delle celebrazioni che dureranno fino al 24 giugno, ha voluto riunire attorno a un tavolo «alcuni tra i principali studiosi del pensiero politico a livello internazionale, di diverso orientamento culturale e di conseguenza con un diverso rapporto con lelemento religioso», affinché si interroghino «sul problema della fede e della religione in Europa, sul concetto di moderno e sul concetto di secolarizzazione, sul retaggio ideologico del passato e su quali caratteristiche può avere una futura democrazia postliberale».
Una discussione che necessariamente travalica i confini nazionali, poiché spiega ancora il professor Parlato «è lo stesso percorso del concetto di Europa a essere stato modificato dalla doppia frattura del 1989 e del 2001».
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