Stupra la moglie dell’amico individuato e arrestato ma è già fuggito

Ait Ben El Asri, marocchino e con precedenti per rapina, ha lo sguardo innocuo e sperduto di chi ha 19 anni appena compiuti e si trova in una Paese straniero e ostile. Peccato che, nonostante la giovane età (è a Milano da quando di anni ne aveva solo 16) sia lui a essere ostile. E da parecchio tempo. Il tribunale dei minori, infatti, lo aveva affidato a una comunità in prova (un provvedimento che tecnicamente si chiama «messa alla prova») dopo che, ancora minorenne, era stato arrestato per rapina. E sempre lo stesso tribunale, mentre il procedimento era in corso, gli aveva concesso il permesso di soggiorno fino al compimento dei 21 anni proprio grazie a questa «messa alla prova». Nel frattempo, però, lui non solo era stato allontanato dalla comunità alla quale era stato dato in affido perché non si comportava bene, ma si era messo a spacciare droga. E aveva commesso un altro reato, molto più grave e scoperto solo di recente, che porta alla sua espulsione. Nella sua vicenda s’inserisce, infatti, quella ancora più triste di una giovane donna italiana. Barbara B. una 32enne morta nel gennaio scorso nella sua abitazione dell’hinterland milanese per una coltellata al cuore infertale dal marito proprio mentre i carabinieri, chiamati da lei durante un violento litigio, stavano sfondando la porta di casa. Il coniuge - un italiano pregiudicato e padre dei loro tre figli - viene arrestato. La vittima solo la settimana prima, sempre ai carabinieri, non si era però limitata a presentare denuncia per maltrattamenti nei confronti del marito, ma aveva denunciato anche un giovane marocchino per stupro. «Quell’uomo, che ho conosciuto per caso, ha approfittato di me» aveva detto la donna ai militari di Garbagnate Milanese».

Il marocchino altri non è che il nostro giovane «messo alla prova». Una prova che ha fallito, beffando tutti: quando lo sono andati a cercare nell’ultima comunità a cui era stato affidato, qualche giorno fa, lui era già scappato.

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