Stuprata 25 anni in casa, padre e figlio negano tutto e le famiglie li difendono

Il caso Fritzl di Torino. I due ambulanti respingono ogni addebito. Chiesta nuova perizia psichiatrica per la vittima . Ma la sorella minore ammette: "Sì, mio fratello è un pedofilo"

Stuprata 25 anni in casa, padre e figlio 
negano tutto e le famiglie li difendono

di Marco Traverso

Torino Negano con fermezza i due uomini, padre e figlio di Torino, arrestati con l'accusa di aver abusato per anni delle figlie. «Il mio cliente è incredulo e non riesce a spiegarsi il perché di queste accuse - spiega l'avvocato Antonio Genovese, legale del capofamiglia -, ho già fatto ricorso al Tribunale del Riesame chiedendo l'annullamento dell'ordinanza: non ci sono elementi per tenerlo in carcere». L'avvocato aggiunge che il suo cliente «è malato, diabetico, tanto che quando è stato arrestato hanno dovuto portarlo all’ospedale Molinette».
In merito alle intercettazioni il legale spiega che «riguardano pochissimo il mio cliente e leggendo l'ordinanza gli elementi presi a fondamento sono le dichiarazioni della parte offesa e di altri soggetti che riferiscono fatti che gli sono stati raccontati». Probabilmente a questo punto verrà richiesto l'incidente probatorio. Una circostanza condivisa da Antonio Foti, legale del figlio arrestato, anche lui ambulante, che ha chiesto in questa forma la perizia psichiatrica per la sorella accusatrice e l'esame in contraddittorio di tutte le figlie femmine, a eccezione della più piccola. Anche in questo caso il legale conferma che «l’uomo nega ogni accusa e l'unico elemento certo è quello di un ambiente degradato, in cui si scherza con volgarità, cosa che fa anche la madre. Anche l'unica intercettazione ambientale che c'è descrive una scena tutt’altro che univoca e che si presta a varie interpretazioni».
«Io credo - ha aggiunto - nell'innocenza del mio cliente, sia per il suo comportamento sia per alcune lettere delle figlie che non possono essere frutto di coercizione e che mostrano un affetto vero nei confronti del padre».
Intanto, nonostante le accuse degli inquirenti, la famiglia dell'uomo che secondo l'accusa, per 25 anni, avrebbe abusato di sua figlia, si ostina a difendere il padre-padrone. È quasi una venerazione, quella dei figli (dieci di cui solo due femmine) nei confronti di quel genitore. Ma se da un lato la difesa del padre pare granitica, dall'altro gli stessi familiari mettono in parte in discussione la figura di quel fratello che per primo è finito in manette con l'accusa di violenza sessuale. «Sì è pedofilo», ha ammesso la sorella della trentaquattrenne che ha denunciato gli orrori. Difendendo però anche lei il padre. «Non ci ha mai toccate con un dito - ha detto ieri la donna, 30 anni -, io bacio per terra dove passa lui». Frasi che non lasciano spazio a interpretazioni. Così come si sono detti convinti dell'innocenza e della rispettabilità del capofamiglia altri suoi due figli: «Tutte storie - hanno affermato -. Quello che è stato detto non corrisponde alla verità». Una difesa su tutta la linea, quindi. Uno dei due figli ha anche mostrato con orgoglio un tatuaggio, impresso su un braccio, che raffigura proprio l'effigie del genitore. Un atto d'amore indelebile, rafforzato da una convinzione: «Mio padre è sempre con me, è nel mio cuore».
Intanto le indagini proseguono e gli inquirenti stanno tentando di fare luce su un altro episodio sul quale pesa una luce sinistra: secondo alcune ricostruzioni, infatti, circa trenta anni fa l'uomo avrebbe abusato sessualmente anche della figlia di un fratello. E anche in quel caso però sarebbe calato il silenzio.


Intanto le tre figlie del 41enne arrestato per abusi nei loro confronti e verso la sorella negano qualsiasi violenza. Ad accusare l'uomo sarebbe soltanto la figlia maggiore, la stessa che l'ha denunciato un mese fa e che ha fatto sì che iniziassero le indagini che hanno poi aperto le porte del carcere anche al nonno.

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