Lo stupratore ghanese evaso dal carcere era a zonzo in via Torino

Per lui parlano il soprannome «la Bestia» e il curriculum sviluppato tra Reggio Emilia e Bologna: tentato stupro e rapine a coetanei a 15 anni, furti a 17, stupro con sevizie a 18, aggressione a una guardia e fuga dal carcere, ancora un aggressione a una donna il giorno dopo l’evasione. È stato però tradito da un telefonata fatta con un cellulare rubato, area individuata: la zona dei Navigli. Più o meno dove è stato beccato l’altro giorno.
Proprio una brava personcina Bright Ofori, ghanese, 20 anni a novembre ma già considerato molto pericoloso. Come dimostra la fuga dal carcere minorile di Bologna il 16 agosto, insieme a uno slavo di 17 anni, dopo aver mandato in ospedale una guardia. Se per il suo compagno di fuga non c’erano grosse preoccupazioni, un ladruncolo che tra l’altro sarebbe uscito tra poche settimane, Ofori rappresentava invece un vero problema. Cresciuto a Reggio Emilia, fin da adolescente aveva manifestato un carattere aggressivo e violento. Nel luglio del 2004 aveva aggredito una ragazza che faceva jogging in un parco. Poi rapine ai danni di coetanei, quindi furti d’auto fino all’arresto nel 2006 e conseguente condanna da scontare presso il minorile di Bologna.
Dopo qualche mese sembra dar segni di ravvedimento, quindi ottiene un permesso per uscire durante il giorno per lavoro, salvo poi tornare la sera per dormire. Ma a fine marzo 2007 alla stazione di Reggio aggredisce una donna delle pulizie di 54 anni, la sevizia e la violenta. Viene arrestato il 3 aprile e la giustizia questa volta va giù pesante: dieci anni. Li sconta in parte al minorile di Bologna in parte girando tra Palermo e Cagliari. Ultimamente pare essersi un po’ calmato, chiede di essere trasferito in un carcere per adulti per avvicinarsi ai parenti rimasti a Reggio.
Poi domenica 16 agosto insieme a un altro giovanissimo detenuto aggredisce una guardia, la picchia selvaggiamente e scappa. L’allarme è alto, il ragazzo è davvero pericoloso. Come dimostra l’aggressione appena poche ore dopo a Casalecchio sul Reno. La mattina del 17 a torso nudo e coltello in mano affronta una donna bulgara di 40 anni: «Ciao bella» le dice poi la afferra per un braccio e la trascina dietro un cespuglio. La vittima grida, attira l’attenzione di un ciclista e il suo provvidenziale intervento scongiura la sicura violenza sessuale. La sera stessa rapina un cellulare a un cileno alla festa dell’Avanti di Castedebole. Il ragazzo sa che può essere rintracciato e quindi lo usa pochissimo, quanto basta però per essere individuato il 25 agosto sui Navigli.

La sua foto viene diramata agli investigatori milanesi e il giorno dopo verso le 4.30, all’alba, un paio di agenti della mobile lo incrociano casualmente in via Torino e lo riconoscono. Il ragazzo si fa ammanettare senza opporre resistenza e la sua corsa finisce qui. Almeno per il momento.

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