Lo stupratore seriale Il legale: «Non esiste una confessione»

Luca Bianchini, il presunto stupratore seriale capitolino, non ha confessato alcunché né ha ammesso con nessuno le sue responsabilità in merito alle violenze sessuali confermate dalla analisi genetiche. Lo spiega uno dei suoi legali, l’avvocato Giorgio Olmi: «Il mio assistito è tranquillo e sereno nel ribadire la sua innocenza. Attende tranquillo le valutazioni che saranno compiute dalla nostra consulente di parte sulle tracce di dna». Il penalista, rispetto a quanto sarebbe contenuto in un rapporto inviato dalla polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Regina Coeli alla procura, sottolinea: «Bianchini non ha mai confessato a un agente che lui di stupri ne aveva fatti tanti nella vita. Il senso della frase era un altro. A fronte delle molte domande di un poliziotto, lui ha risposto dicendo “ne ho fatte tante di cose nella vita che non mi ricordo”. Era però una battuta e non una involontaria confessione».

Secondo l’avvocato Olmi a carico del suo assistito c’è solo il risultato dell’analisi del dna «il cui esito però, per noi, non è ancora certo, fino a quando non sarà completato il lavoro dell’esperta alla quale ci siamo affidati per leggere e valutare il rapporto consegnato dalla polizia scientifica. Tutto il resto sono chiacchiere».

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