Stupro di Pioltello, fermato il branco di rom

La banda è anche sospettata dell’aggressione a una prostituta a Segrate

E alla fine, dopo sei mesi di indagini i carabinieri sono riusciti e identificare i responsabili di due brutali stupri di gruppo e arrestare tre dei sei rom. Nelle mani dei violentatori, che gravitano attorno ai campi di Triboniano, Bovisasca e Pioltello, finirono due giovani donne: una prostituta romena di 23 anni e una barista di 31.
Le scorribande iniziano il 2 aprile scorso alle 5.30 a Segrate dove i sei balordi sorprendono sulla Cassanese una prostituta romena di 23 anni. La giovane fu caricata su un Ford Transit, poi risultato rubato, e poi portata a Cassano D’Adda. Qui venne violentata più volte, all’interno dello stesso furgone, come confermò poi la visita effettuata successivamente alla Mangiagalli. Particolare curioso, durante la violenza passò un albanese che venne rapinato dai balordi in attesa del loro «turno di violenza» e che confermò come dal furgone provenissero grida di donna.
Ma l’episodio che maggiormente colpì l’opinione pubblica avvenne circa due mesi dopo. Sono circa le 23 del 28 giugno, una donna di 31 anni è ferma in via Morandi a Segrate dove ha appena fatto un bancomat al Banco di Desio. In quel momento arriva l’ex fidanzato, con cui aveva appena finito una storia durata un anno, e i due iniziano a chiacchierare. Lei, separata, vive con i tre figli e la madre a Pioltello e fa la barista in un locale di Segrate dove ha appunto conosciuto il coetaneo. Anche lui è separato con un figlio e vive con i genitori.
Dal buio sbucano quattro delinquenti che li minacciano con una pistola e un cacciavite. Li costringono a salire sulla utilitaria della donna, con uno dei balordi che li minaccia con la rivoltella puntata alla tempia, mentre gli altri tre li seguono sulla loro vettura. Imboccano la Cassanese, una zona che evidentemente i balordi conoscono bene, fanno poche centinaia di metri quindi si fermano in un viottolo in cascina Saresina. Lui viene fatto sdraiare sui sedili posteriori e, mentre un bandito lo tiene sotto tiro, gli altri a turno abusano della donna puntandone una torcia elettrica sul viso. Due ore di incubo, poi i banditi rubano alla vittima 70 euro, collanina e cellulare, quindi fuggono.
Le indagini non sono facili: lui li descrive tutti come giovani dell’Est, lei invece è convinta che due di loro siano magrebini. Poi le ricerche imboccano decisamente la pista rom. Foto segnaletiche, intercettazioni ambientali e telefoniche, tabulati dei cellulari, esami sul dna degli aggressori, la presenza di una bandito con una piccola ma riconoscibile malformazione e alla fine i carabinieri riescono a individuare il branco, sei nomadi tra i 20 e i 30 anni. A dicembre finisce in galera Artinovic Musulica, di 20 anni, il «grande capo», il «Barosan» in dialetto rom, riconosciuto da entrambe le vittime, poi Costantin Firu, 30 anni, e C. N., 24 anni, rintracciato e arrestato in Romania. Ricercati ancora due rom del campo nomadi di Triboniano e uno di quello di Cascina Bareggiate a Pioltello.


Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate, su richiesta del pm Bruna Serafini, dal gip Andrea Pellegrino, che nella misura scrive: «Si è in presenza di pericolosi criminali, che agiscono “in branco” e reiterano in modo seriale condotte di violenza gratuita con forme brutali. Sono senza dimora e lavoro, vivono nella più totale illegalità elevando il crimine a “sistema di vita”... Questi criminali vanno immediatamente bloccati e messi nelle condizioni di non attentare oltre la comunità».

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