Roma - Non ha saputo fare un discorso completo rispetto a quanto accaduto. Al giudice che gli chiedeva spiegazioni, Joan Rus, il romeno che alcuni giorni fa ha accoltellato e stuprato una studentessa universitaria del Lesotho, avrebbe detto di non ricordare molto e che della ragazza, nella memoria, gli sarebbe rimasto solo il fatto che ha aiutato la giovane ad attraversare. Il verbale dell’interrogatorio di convalida - secondo quanto si è appreso - è estremamente scarno: sono state registrate molte richieste di spiegazioni da parte di Rus, che esprimendosi poco e male in italiano, ma anche nella sua lingua madre, avrebbe messo in difficoltà anche l’interprete, chiamato a restituire quanto diceva.
Intanto il procuratore aggiunto Italo Ormanni nelle prossime ore affiderà un incarico peritale che dovrà ricostruire dal punto di vista medico la dinamica della violenza subìta dalla giovane africana appena fuori la stazione ferroviaria di La Storta. Per Rus il gip Andrea Vardaro ha convalidato l’arresto per le accuse di tentato omicidio, sequestro di persona e violenza sessuale.
Il romeno, è originario di Tarnaveni, provincia di Mures, Romania centrale, ed è arrivato a Roma a gennaio. Secondo quanto riferito dai suoi difensori, Rus è sposato e con due figli, ma la sua famiglia da tempo non vive nel nostro Paese. A Roma era ospite della cognata. Il coltello che Rus è accusato di aver usato sulla ragazza gli serviva per tagliare il pane e lo teneva in un piccolo zaino.
Il pm Erminio Amelio ha tre mesi di tempo per chiedere il giudizio immediato.
A piazzale Clodio, oggi, si tiene a precisare che prima di questo passaggio bisognerà prima compiere tutti gli accertamenti previsti. A cominciare da un nuovo interrogatorio di Rus per arrivare a quanto verrà stabilito dalle diverse perizie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.