Uno su 3 dichiara meno di 10mila euro

Il 10% degli italiani paga oltre la metà delle tasse di tutto il Paese, vale a dire quasi 70 miliardi di euro: a dirlo è uno studio del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, basato sulle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, ovvero quelle del 2007 sull’anno di imposta 2006.
Una fotografia fortemente contrastata: se un contribuente su tre, infatti, dichiara un imponibile inferiore a diecimila euro, pari a poco più di 800 euro al mese, e uno su quattro rientra nella cosiddetta «no tax area» (cioè non paga imposte a causa del basso reddito e dell’effetto delle deduzioni e delle detrazioni), in compenso i «paperoni» con redditi da oltre centomila euro non arrivano neanche all’uno per cento, mentre appena il 2% supera i 70mila euro. La fascia di reddito più consistente (58,4%) è quella tra i diecimila e i 40mila euro: l’italiano medio vive con 18mila euro l’anno.
Secondo un copione ormai collaudato, però, tra Sud e Nord ci sono significative differenze: di fatto, chi vive nel Mezzogiorno guadagna il 20% in meno, con un reddito medio complessivo di 14.626 euro l’anno. Comunque, nell’ultimo anno il reddito al Sud e nelle isole è aumentato del 6,5% rispetto all’anno precedente: meglio della media nazionale, che è cresciuta del 5,7 per cento. Quasi l’80% delle entrate Irpef, inoltre, deriva da redditi di lavoro dipendente o pensione: ma il valore medio delle pensioni (13.046 euro) è al gradino più basso della scala dei redditi.
Tra le diverse tipologie, invece, il primato spetta al lavoro autonomo, con un reddito che è circa il doppio della media, a quota 36.388 euro. E cresce il popolo delle partite Iva: nel 2006 sono arrivate a 5,8 milioni con un incremento dell’1,8% rispetto alle dichiarazioni dell’anno precedente. A pagare l’imposta sul valore aggiunto sono prevalentemente (65%) persone fisiche, e i due terzi del totale sono dichiarati dai contribuenti con volume d’affari superiore ai cinque milioni di euro.
Luci e ombre anche nella fotografia delle imprese: quasi una società su due è in «rosso», ma la quota con imposta positiva è cresciuta del 3,5% rispetto all’anno precedente, attestandosi a quota 503mila imprese. Queste società con reddito positivo sono localizzate principalmente al Nord, ma la quota nel Sud e isole sul totale nazionale è aumentata dell’1% rispetto al 2005.


Meno dell’uno per cento delle imprese, poi, paga il 60% dell’imposta totale: i due terzi delle società presentano una dimensione medio-piccola o piccolissima, con un totale di componenti positivi del reddito ai fini Irap minore di 500mila euro, e solo l’1% delle società supera i 50 milioni.
Infine, nel 2006 sono aumentate del 10,4% le società che hanno aderito al consolidato. Si tratta per lo più di grandi imprese, situate al Nord e appartenenti al settore del credito e delle assicurazioni.

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