Su Cascinazza lo Stato ordina: il piano dev’essere approvato

Accolto il ricorso della proprietà dell’area di Monza bloccata da anni

Su Cascinazza lo Stato ordina:  il piano dev’essere approvato

Ultim’ora: la quarta sezione del Consiglio di Stato «in nome del popolo italiano» ordina al Comune di Monza di «pronunciarsi sul piano di lottizzazione di Cascinazza». Sorpresina indigesta per il sindaco Michele Faglia e per i suoi pasdaran, che dai monzesi saranno ricordati più per le brutte figure rimediate nelle aule dei tribunali che per le opere pubbliche: cinque anni di governo buttati via in materia urbanistica.
Impresa da Guinness dei primati, con tanto di figuraccia finale all’indomani della sentenza della Cassazione quando l’architetto Faglia insieme al suo vice Roberto Scanagatti e l’aspirante commissario politico Pippo Civati vagheggiarono di «vittoria dei cittadini» perché «la ragione, come ci aspettavamo, è del Comune» e altri virgolettati da campagna elettorale. Sintesi? «Su Cascinazza è stata messa una pietra tombale».
Peccato che la pietra tombale è quella messa martedì dal Consiglio di Stato, che accoglie il ricorso della proprietà dell’area Cascinazza ovvero la denuncia dell’ennesimo atto illecito messo a segno dall’amministrazione Faglia e che impone a Faglia&company di dare immediatamente seguito ovvero di pronunciarsi sul piano di lottizzazione senza ulteriori elusioni e omissioni.
Già, il piano di lottizzazione dell’area Cascinazza, proprietà dell’imprenditore Paolo Berlusconi, dev’essere immediatamente approvato e «chiunque non procedesse o interponesse altri atti dilatatori o di modifica dello stato giuridico dell’area al 2004 se ne assumerà a titolo personale la responsabilità anche economica per i danni: infatti, è dal 2004 che quel piano di lottizzazione ha tutte le carte in regola per l’approvazione», ricorda l’amministratore della società immobiliare. Memoria storica che Faglia e supporter hanno sin qui negato pur di poter agitare la bandierina Cascinazza in vista delle elezioni.


Giochino della peggior politica sapendo che il fratello dell’ex premier ha tutte ma proprie tutte le carte in regola per poter edificare, che ha già pagato fino all’ultimo gli oneri di urbanizzazione e che, attenzione, l’intervento previsto su Cascinazza non è una colata di cemento come quelle sponsorizzate dal Comune di Monza bensì - oltre a essere la risposta alla richiesta di case per le famiglie - è la realizzazione di un progetto con ricadute ambientali per tutti i cittadini.

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