Su «Dossier» ecco la Venezia che fa impresa

Un aspetto di Venezia finora trascurato dai media nazionali. Dossier sceglie di essere la voce della città imprenditoriale. Il capoluogo veneto, da sempre sotto i riflettori per il suo patrimonio culturale, grazie a Dossier esprime ora la sua anima industriale e produttiva. Per la prima volta un’analisi mirata sulle sue eccellenze economiche. «In un momento storico e di grande cambiamento abbiamo scelto una città emblema della cultura italiana per testimoniare quanto il carattere caparbio, tenace e industrioso dei veneti sia ancora una volta motivo di orgoglio per il Paese - spiega l'editrice Maria Elena Golfarelli -. Le imprese veneziane sono la dimostrazione che la congiuntura negativa, pur avendo colpito tutti i settori, può essere anche il più forte stimolo al rinnovo». Su Dossier, una chiave di lettura per tutti coloro che osservano nella crisi un’occasione per riformulare le proprie strategie imprenditoriali, aprendosi a nuovi mercati e a nuove formule organizzative.
«In questa regione - sostiene la Golfarelli - la buona amministrazione del governatore Luca Zaia non ha colto nessuno impreparato e in particolare gli imprenditori veneziani hanno saputo reagire alle difficoltà che l’economia odierna pone dinanzi alla strada dello sviluppo. Vogliamo che dagli imprenditori di Venezia, veri protagonisti di questo nuovo Dossier, venga un grande esempio». Su questa prima edizione dedicata alla Serenissima, il gotha dell’imprenditoria riflette sul futuro del territorio. Un’inchiesta sulla città candidata a diventare capitale europea per l’innovazione e per le infrastrutture, basti pensare a progetti come il passante di Mestre e il Mose, tra le attrazioni principali del prossimo Expo. Dossier offre un approfondimento corale sulle tematiche economiche e politiche più rilevanti per lo sviluppo dell’area. In una lunga intervista, il presidente di Confindustria Venezia, Luigi Brugnaro, spiega che occorre ristabilire condizioni di competitività con riforme e azioni concrete, nell’ottica del bene comune. Perché ora «quello che conta è riprendere a camminare velocemente. Le imprese sono l’asset strategico in un Paese dove l’unica materia prima a nostra disposizione è l’uomo. Dobbiamo far sì che il territorio veneziano diventi competitivo a livello mondiale e delineare un quadro d'insieme nel quale le imprese liberamente possano muoversi e trovare terreno fertile per apportare i propri investimenti». Proprio di recente anche Andrea Riello, presidente di Riello Sistemi ed ex leader regionale degli industriali, ha chiesto interventi a sostegno dell’internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale. Per Alessandro Bianchi, presidente di Unioncamere Veneto, la sfida per la crescita si gioca sulla fiducia.

«Occorre sostenere le imprese, ridare fiducia ai nostri imprenditori, sempre più pessimisti sull’evoluzione della congiuntura, e portare avanti con decisione le loro istanze - dichiara Bianchi -. Molto dipenderà da come si evolverà lo scenario politico italiano».

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