La sua banca affidata al vice Morelli. Per ora

Corrado Passera non sarebbe stato ad aeternum amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ma pochi all’interno della banca milanese si aspettavano che l’addio fosse così rapido e improvviso. E così già da martedì sera hanno avviato una fitta serie di contatti il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, nume tutelare dell’istituto e i due maggiori azionisti: la torinese Compagnia di Sanpaolo e la milanese Fondazione Cariplo, rappresentate dai due presidenti Angelo Benessia e Giuseppe Guzzetti.
Per ora è stata trovata una soluzione ad interim affidandosi allo statuto: è stato promosso il direttore generale vicario Marco Morelli. Ma lo stesso Guzzetti ha dichiarato di essere «fiducioso che gli organi della banca sapranno individuare in tempi rapidi le figure più adatte a sostituire» Passera. Un segnale che il gran consulto potrebbe rivolgersi a un «esterno» per raccogliere l’eredità del banchiere volato a Via Veneto.
In realtà le opzioni sono due e saranno valutate attentamente. Il mercato, in realtà, propende per la conferma di Morelli alla guida della Banca dei Territori, che è la divisione commerciale dalla quale proviene la maggior parte degli utili di Intesa. Il manager, con un passato in Monte dei Paschi, ha un ottimo rapporto con Bazoli che lo conobbe al tempo della fusione tra la Hopa dei «capitani coraggiosi» bresciani e la «sua» Mittel e lo volle a Milano. Un’altra soluzione interna potrebbe essere Gaetano Micciché, direttore generale e responsabile della divisione Corporate e Investment Banking (quella delle grandi e piccole operazioni finanziarie). Arrivato a Ca’ de Sass assieme a Passera è il rappresentante della banca in importanti partecipate come Alitalia e Telecom. L’unico svantaggio è la minore dimestichezza con le attività commerciali.
Ecco perché viene valutata anche la soluzione esterna. In primo luogo, perché Torino reclama a gran voce maggior «peso politico» nella banca. Il presidente della Compagnia, Angelo Benessia, vede a rischio la propria riconferma per questo motivo potrebbe cercare di giocare un’ultima carta dopo aver perso le battaglie sul presidente del consiglio di gestione e sul direttore generale. Quando fu scelto Morelli, Benessia aveva avanzato la candidatura di Fabio Gallia, piemontese e attuale amministratore delegato di Bnl. È un nome che potrebbe essere riproposto. Come quello di Pietro Modiano, uscito per dissapori con Passera. Modiano, ex Unicredit, è a capo di Carlo Tassara, finanziaria che la «bazoliana» Mittel ha contribuito a salvare.
Tra i ritorni possibili c’è anche quello di Giampiero Auletta Armenise, «cresciuto» con il professor Bazoli in Ambroveneto, Cariplo e infine Intesa. Il nome dell’ex ad di Ubi Banca, passato anche in Rothschild, ricorre sempre quando si parla di una nomina gradita al presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa. Allo stesso modo, nel totonomine delle grandi banche il primo nome che spunta tra i «papabili» è quello di Andrea Orcel, leader del Global banking di Bank of America-Merrill Lynch. Si tratta del banchiere che ha reso possibile la fusione tra Intesa e Sanpaolo nel 2006 (così come quelle di Unicredit con Hvb e Capitalia). E per lui varrebbe lo stesso discorso fatto per Micciché, molta confidenza con numeri, valutazioni e stime e minor propensione alla reti di filiali e alla vendita di prodotti.


In ogni caso, l’ultima parola sarà quella di Bazoli che non ha solo da presidiare la leadership italiana della banca, ma anche importanti «centri nevralgici» come Rcs, l’editore del Corriere, di cui la banca detiene il 5% (che pesa parecchio nella scelta del direttore). E come Telecom.

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