Il caso della Rai milanese continua a far discutere. Gli studi di produzione hanno visto scomparire programmi come LEredità, Domenica sprint e Affari tuoi. E le preoccupazioni riguardano anche linformazione.
A parlare è Pierfrancesco Gallizzi, segretario generale dellAssociazione lombarda dei giornalisti e consigliere nazionale della Fnsi, la federazione nazionale della stampa italiana: «Milano per la Rai è unentità marginale. La decisione di rilanciare la sede Rai milanese non può essere rimandata solo ed esclusivamente alla realizzazione di nuova sede. È necessario che, già a partire dal nuovo palinsesto della stagione 2005-2006, Milano torni ad essere protagonista attiva e propositiva della Rai».
Le richieste sono concrete: potenziare subito le produzioni, aumentare gli organici e valorizzando il lavoro dei giornalisti, dei tecnici e di tutti i lavoratori Rai. «Il presidente Petruccioli, il direttore generale Meocci e gli altri vertici della televisione di Stato continuano ad ignorare la sede della capitale dell'economia e dell'informazione del Paese», protesta Gallizzi. E aggiunge: «Non si tratta di effettuare valutazioni politiche o partitiche ma di rilanciare la sede milanese, che è stata storicamente un punto di forza e di riferimento dell'azienda di Stato. Milano non può continuare a dipendere da un'azione romanocentrica che, trasversalmente da anni, pone in essere una linea politica partigiana che guarda solo agli interessi della capitale».
Nei giorni scorsi numerosi esponenti politici milanesi sono intervenuti per chiedere di rispettare gli accordi presi sul potenziamento degli studi e della produzione di corso Sempione. «Chiederò al più presto un incontro con Alfredo Meocci per essere sicuro che gli impegni presi dallex direttore generale, Flavio Cattaneo, vengano mantenuti» ha annunciato il vicepresidente di An, Ignazio La Russa. Una richiesta che si è aggiunta a quella dellazzurro Maurizio Lupi, deciso a chiedere una verifica delle intenzioni già messe nero su bianco dal consiglio damministrazione di viale Mazzini: «Spero che con la scusa dei costi non si tradiscano indirizzi già messi nero su bianco». Una battaglia nella quale non poteva mancare la Lega.
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