«Un successo la marcia? Non avevo dubbi»

«L’appello del sindaco è stato accolto con entusiastica partecipazione dai milanesi. Dubbi? No, non ne avevo. Motivo? Be’, il tema “sicurezza” tocca, ci tocca tutti in prima persona». Pausa. «Ogni valutazione contraria sarebbe un errore perché il tema della sicurezza è pre-requisito per la democrazia e la vivibilità». Carlo Sangalli, presidente dell’Unione del Commercio, analizza la marcia dei cinquantamila, della Milano che reclama sicurezza e legalità.
Presidente, qual è il risultato che la città incamera grazie a questa manifestazione?
«Con la marcia dei cinquantamila si fa un passo avanti sulla strada della legalità e, come giustamente osserva il sindaco, si compie pure una svolta culturale. Affrontare il versante legalità significa infatti affermare la certezza della pena, la certezza del diritto. Pene certe e norme efficaci sono garanzia fondamentale per i cittadini, per i commercianti che ogni giorno aprono le luci delle vetrine per illuminare Milano e che assicurano un punto di riferimento nei quartieri, soprattutto in periferia».
E che c’azzecca la «svolta culturale»?
«Ripeto quello che ha ben detto il sindaco: “La sicurezza è una necessità figlia dell’involuzione culturale che abbiamo subito negli ultimi 40 anni”. Chiaro? Occorre ripartire da una cultura capace di coniugare diritti e doveri e, attenzione, prendendosi ognuno le proprie responsabilità. Come dire: la sicurezza è un pre-requisito dello sviluppo economico ovvero attraverso lo sviluppo economico si accorciano le distanze nella città e, quindi, si dà corpo e sostanza ad uno sviluppo equilibrato».
Rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri a parte, da sinistra si sostiene che la manifestazione sia stata strumentalizzata dal centrodestra.
«Non capisco. Il tema della sicurezza è un tema politico per eccellenza. La manifestazione di lunedì era spontanea, diversamente da quella che l’anno scorso vide i cittadini in piazza per condannare le violenze avvenute lungo corso Buenos Aires. Lunedì non ho visto alcuna strumentalizzazione di carattere politico. Ho notato invece che ieri pomeriggio c’è stata un’altra manifestazione, la cosiddetta “catena umana”, che al centro della protesta aveva sempre la questione sicurezza».
Cosa vuol dire?
«Che non mi tormenta come i partiti politici abbiano voluto declinare in modi diversi la richiesta di sicurezza, quella domanda di attenzione firmata da cittadini, commercianti e artigiani».
Richiesta di un problema reale...
«Che mai dev’essere messo sotto traccia quanto piuttosto messo in bell’evidenza come priorità nelle agende politiche. Ma la sfilata di Milano - da via Palestro sino a piazza Argentina - non va dimenticata perché rappresenta un chiaro riconoscimento ai negozianti che sono sulla strada, che illuminano, che creano lavoro e danno fiducia alla gente».
Giusta risposta di una manifestazione che, appunto, non era contro ma per qualcosa.


«Già, una manifestazione per la sicurezza e il vivere civile della Milano che dice basta e che non vuole lasciare il territorio in mani sbagliate. Punto fermo di una sfida che da oggi entra nel vivo, anche con i commercianti a fianco del Comune».

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