Il Sud inghiotte soldi ma adesso arrivano altri ventuno miliardi

da Roma

Oltre 21 miliardi di euro per il sud. È il flusso di finanziamenti che l’Unione Europea destinerà al Meridione italiano all’interno di un progetto per le aree disagiate da 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Sicilia, Calabria, Campania e Puglia sono regioni da sostenere con particolare attenzione, secondo le tabelle di Bruxelles, perché hanno un prodotto interno lordo pro capite considerato basso rispetto alla media comunitaria. Solo alla Sicilia andranno entro il 2013 quasi 7 miliardi di euro di fondi strutturali europei.
Per queste regioni la Ue ha previsto un progetto per il prossimo quinquennio che si chiama «convergenza», destinato a quelle zone dell’Europa che vengono considerate in ritardo di sviluppo.
Il piano è simile a quello denominato «obbiettivo 1» nel pacchetto di finanziamento della Ue degli anni 2000-2006. Uscirà però dalla lista delle regioni più in difficoltà la Basilicata, che riceverà 450 milioni di euro entro il 2013, ma che è stata inserita nella speciale categoria «phashing out», prevista per quelle regioni che facevano parte dell’Obbiettivo 1 ma che sono riuscite a migliorare il loro Pil rispetto alla precedente catalogazione.
Una ricerca dell’Ice, l’Istituto del commercio estero, sull’Italia e i prossimi fondi strutturali dell’Unione Europea, sottolinea come a differenza di altre zone del continente (alcune regioni della Spagna, la Grecia e l’Irlanda), il Mezzogiorno non sia stato in alcun modo in grado di migliorare la propria posizione. Tra le priorità dei fondi europei per il sud dell’Italia ci sono «la valorizzazione delle risorse ancora sotto-utilizzate, a partire da quelle naturali, ambientali, storico-culturali», ma anche la diffusione dell’associazionismo e la ricerca di una competitivià centrale nell’area del Mezzogiorno europeo.
Negli ultimi sei anni, però, i risultati non ci sono stati. Lo scrive l’Ice e lo conferma una ricerca commissionata dal governo italiano a un team di economisti della London School of Economics sugli investimenti e lo sviluppo del Mezzogiorno dal 2000 al 2006. Il sud Italia ha ricevuto dal 2000 finanziamenti superiori ai 51 miliardi di euro, ma non ci sono state variazioni né nella capacità di esportazione, né nella percentuale di occupazione, o tantomeno nella ricerca. Non si registrano risultati neanche nell’abbattimento del lavoro irregolare.


Le tabelle riferite al 2006 mostrano dati sostanzialmente invariati rispetto al 2000. E ci si chiede allora dove siano finiti gli oltre 50 miliardi di euro per il sud Italia. Destinati, a quanto pare, ad essere risucchiati da mafia e burocrazia.

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