Se le università eccellenti stanno al Nord, le ultime della classe stanno al Sud. La classifica degli atenei mostra infatti unItalia spaccata in due: 19 poli accademici su 27 che perderanno i fondi, sono concentrati nel Meridione. La causa? Secondo il ministero parecchi atenei del Sud e delle isole pagano un prezzo salatissimo a una ricerca che dà pochi risultati, a cronici ritardi organizzativi, alla scarsa qualità dellinsegnamento, a laboratori fantasma, a spazi ridotti allosso e a schiere di studenti che non superano gli esami. Una via crucis verso una scontata bocciatura. Se si salvano Benevento, lUniversità della Calabria e il Politecnico di Bari, vanno male invece Foggia (53ª e penultima), Palermo (52ª) e Messina (51ª) che hanno ricevuto il massimo dei tagli previsti: meno 3 per cento. Cartellino rosso anche per tutte le facoltà di Napoli, così come Cassino, Teramo, Catania, Catanzaro, Lecce, Salerno, le Università della Basilicata e del Molise. La graduatoria, che castiga gli atenei del Sud, ha scatenato una rivolta, con rettori e politici locali che hanno alzato un coro di critiche sul ministro dellIstruzione per i criteri adottati nella valutazione.
Ma per la Gelmini la maglia nera alle università del Meridione ha una sola spiegazione: «Hanno avuto una bassa valutazione soprattutto per la bassa qualità della ricerca, nonostante diverse regioni del Mezzogiorno ricevano miliardi di euro dai fondi strutturali finalizzati alla ricerca. Evidentemente, in alcuni casi questi finanziamenti non sono spesi bene. Bisogna avere il coraggio di guardare al futuro e di adottare nuove logiche per essere competitivi a livello internazionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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