Le sue battute mettevano di buon umore

Le sue battute mettevano di buon umore

Tutti lo chiamavano Lillo, ma il suo vero nome era Danilo Traini, 17 anni. Anche lui uno dei «ragazzi del muretto». Un muretto che si trova proprio di fronte alla chiesa del paese dove, adesso, c’è uno striscione che saluta i ragazzi di Appignano del Tronto morti l’altra sera. Lillo frequentava l’Ipsia di Ascoli ed era «il più simpatico della comitiva». «Non so come facesse, ma aveva sempre la battuta pronta», racconta, sorridendo, anche se con gli occhi rossi di pianto, un’amica.

Pur essendo ancora tanto giovane, Danilo, insieme agli altri due fratelli, aveva già sofferto e lottato nella vita, stando accanto al padre malato, oggi convalescente. Da questa malattia, poi superata, lui, però, era riuscito a trovare un motivo in più per essere il ragazzo sorridente e scherzoso che tutti, adesso, ricordano con enorme affetto.

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