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Ma le «sue» regole sono rimaste nel cassetto

La relazione presentata dal presidente Telecom al Coni - 6 paginette - contiene tanti buoni propositi, appunti per l’ispettorato del lavoro sui dipendenti e cifre allarmanti su Euro 2012

Che delusione il dossier del professor Guido Rossi, il gran sacerdote delle regole. Sei paginette scarne, preparate in gran fretta, e presentate all’attenzione della Giunta del Coni per celebrare il discusso e polemico congedo dalla federcalcio. Una sola, autentica denuncia, che riguarda semmai l’ispettorato del lavoro, relativa alla mappa del personale della Figc nella quale compaiono addirittura 185 co.co.co di cui, come si può leggere nel grafico, «8 sono da sistemare con urgenza perché fuori legge» la noticina a margine del professore che può e deve suonare anche come una dolorosa puntura alla propria gestione. In quattro mesi sanare le posizioni di 8 co.coc.co non è poi una impresa biblica, via. La seconda perla della relazione di Guido Rossi presentata ieri al foro Italico è rappresentata dalle cifre che illustrano il progetto euro 2012 partito con la fanfara dei bersaglieri, la presenza della Melandri e l’accoglienza della delegazione Uefa nel salone d’onore del Coni. Tra il budget iniziale confezionato dalla gestione di Franco Carraro e quello aggiornato, presentato da Gamberale nella riunione di lunedì mattina, mancano all’appello 0,7 miliardi di euro alla voce ricavi di sponsor. Eppure nel frattempo il calcio italiano è passato attraverso il trionfo mondiale di Berlino, l’appeal si è moltiplicato come è certificato dagli inviti alla Nazionale. Cosa è successo? I grandi sponsor dell’operazione, in particolare gli istituti di credito, hanno ritirato l’adesione al progetto e ridimensionato la cifra del proprio impegno. Di qui la necessità di ritarare il progetto complessivo con uno sbilancio di 0,2 miliardi che dev’essere ripianato dal governo, in mancanza di altri fondi.
Gli altri appunti preparati da Guido Rossi, impressi su carta intestata della federcalcio e letti alla Giunta del Coni (non si potrà dire, come con Prodi per il suo collaboratore Rovati, che il professore non fosse informato), sono un banale riepilogo delle puntate precedenti, con un deficit inquietante. In materia di regole da riscrivere, di settori da riformare, siamo ancora e soltanto alle buone intenzioni. In un caso, per esempio, si legge che l’ipotesi organizzativa «col supporto della Booz Allen Hamilton» dovrebbe essere pronta entro ottobre mentre per l’impostazione e la rinegoziazione dei diritti tv «deve essere concluso entro dicembre» al pari di nuovo contratto di marketing «da realizzare entro dicembre». Insomma di pronto o di bozza di piani, da parte di Rossi e del suo vice Nicoletti, non c’è assolutamente niente. Che meraviglia. Mentre invece è completo l’elenco di persone ed enti che hanno consentito il corretto funzionamento dell’attività. Il professore li ha messi in rigoroso ordine d’importanza. Ha cominciato con Fifa e Uefa ed ha concluso con Demetrio Albertini e i tre nuovi tecnici nominati, Donadoni alla Nazionale maggiore e Casiraghi e Zola all’under 21, passando attraverso una citazione del consulente personale Gerhard Aigner.
Alla fine di questi quattro mesi, per certi versi indimenticabili, dell’attuale presidente di Telecom, in federcalcio verrà ricordato perciò oltre che per la sciarpa azzurra esibita negli stadi del mondiale tedesco, per l’idea semplice semplice, esposta nell’intervista a il Giornale e condivisibile, di asciugare i gradi di giudizio, riducendoli a tre, come nella giustizia ordinaria.

Giudichino lor signori se è un rendiconto memorabile.

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