Suez, Pinault si defila Francesi pronti a vendere Distrigaz

Il gruppo «cede» alla Ue per avere il via libera alla fusione con Gdf

Paolo Giovanelli

da Milano

Tensione tra Gdf e Suez sulle cessioni da fare per ottenere il via libera Ue alla fusione, ma l’ad Suez, Gerard Mestrallet, nega. E annuncia: pronti a vendere la belga Distrigaz. Intanto alla smentita dell’Enel alle indiscrezioni su un’alleanza con Pinault per un’eventuale Opa su Suez, ieri si è aggiunta quella dello stesso finanziere francese: la sua holding, Artemis, ha comunicato che il progetto «non è più di attualità», ricalcando pari pari il comunicato del giorno precedente emesso dal gruppo elettrico italiano. E qui si inserisce un aspetto interessante. Accanto a tutte le ipotesi sul perché fosse uscita l’indiscrezione su Pinault (un modo per far pressione sull’Enel, oppure per spingere l’Assemblea francese ad approvare la privatizzazione di Gdf, un «avviso» agli azionisti Suez lanciato dall’Enel), ieri se n’è aggiunta un’altra, partorita da Le Monde: è stata una manovra degli hedge funds per far salire il titolo di Suez e aumentare il differenziale tra le azioni Suez e quelle Gdf per ottenere un concambio più favorevole.
Sia quel che si vuole (e ieri la tesi di Le Monde non sembrava campata in aria), i due gruppi francesi serrano i ranghi, almeno ufficialmente: «Il processo di fusione tra Suez e Gdf non è in pericolo» ha detto Mestrallet, secondo il quale i due gruppi nel definire il futuro assetto di vertice seguono princìpi «di parità e di equità». Una risposta non troppo indiretta non solo a quanto afferma Les Echos, ma anche a quanto sostiene la Tribune, secondo la quale tra Suez e Gdf «la tensione sale» perché Gaz de France non sarebbe più disposta a far concessioni, considerate troppo pesanti, sulle attività da cedere per poter arrivare alla fusione. I vertici di Gdf si sarebbero irritati per non essere stati coinvolti nelle trattative con i belgi e l’ad Jean-François Cirelli si sentirebbe scavalcato perché Mestrallet avrebbe presentato il direttore finanziario del suo gruppo, Gerard Lamarche, come possibile delfino.
Ma la linea delle cessioni sembra destinata a passare: i due gruppi francesi proporranno alla Commissione di vendere l’intera Distrigaz (società belga controllata da Suez), più un 13-15% dei volumi di gas trattati in Belgio. Secondo Les Echos, Suez potrebbe accettare anche di ridurre la propria partecipazione nel terminale di rigassificazione belga di Zeebrugge. Di quest’ultimo punto ieri Mestrallet non ha però parlato. L’unica cosa che appare certa è che la vicenda non sembra destinata a concludersi tanto presto: l’obiettivo del governo di Parigi è arrivare alla fusione entro fine anno o al massimo all’inizio del 2007, azionisti di Suez permettendo.

E la battaglia sui concambi, con le manovre degli hedge fund di cui parlavamo sopra, dicono che non sarà facilissimo centrare l’obiettivo. Mestrallet avrebbe però una carta di riserva: accettare una modifica dei concambi all’ultimo minuto per convincere i fondi più riottosi. E a quel punto potrebbe anche spuntarla.

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