Sugli stipendi da 2mila euro è in arrivo la "mazzata" Irpef

Altrochè congelata come la giunta aveva promesso. Palazzo Marino conta di incassare circa 56 milioni

La stangata Irpef colpirà i redditi sopra i 49mila euro. Altro che «pagheranno i ricchi». Pagheranno un po’ tutti. A meno che il Pd - persino il primo partito di maggioranza ha protestato di fronte alle tabelle presentate dall’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - non riesca a correggere gli aumenti in aula portandoli «sopra i 75mila euro». Anche il radicale Marco Cappato boccia il ritocco dell’Irpef. Ma se il braccio di ferro a sinistra porterà l’asticella a 55mila sarà già un miracolo. Oggi la giunta Pisapia approva il suo secondo bilancio di lacrime e sangue, i conti del 2012 e in allegato il Piano triennale degli investimenti che nel complesso ammontano a circa 1.800 milioni. Coperti quasi interamente con la vendita dei gioielli di famiglia, Roba che se l’avesse proposto l’ex sindaco Moratti l’ex barricadero Basilio Rizzo (oggi presidente dell’aula) e l’ex capogruppo del Pd Piefrancesco Majorino, assessore di Pisapia, si sarebbero appesi al lampadario del consiglio. Tant’è, in bilancio e a prescindere dal referendum consultivo, per il 2013 si prevedono oltre 750 milioni di entrate dalla vendita di Sea e per la privatizzazione della Galleria si cita «lo schema pervenuto da Altagamma» e il prezzo stimato in «800mila-un miliardo di euro». Soldi che non salveranno comunque i milanesi dalla batosta dell’addizionale Irpef.
Tabacci ieri in commissione ha presentato le linee guida del Bilancio. A chi gli ricorda l’ordine del giorno approvato in consiglio a febbraio sul congelamento Irpef per il 2012 e il suo annuncio trionfante, ribatte che «due mesi fa non potevamo sapere che lo Stato avrebbe ridotto i trasferimenti e abbiamo privilegiato l’Imu sulla prima casa al minimo». Dall’addizionale il Comune conta di ricavare circa 56 milioni, ma cambia il calcolo. Si passa dallo scaglione dello 0,2% applicata a tutti i redditi sopra i 33mila euro a una somma delle aliquote per scaglioni: dello 0,10 per la parte di reddito tra 0 e 15mila euro, dello 0,15 da 15 a 28mila euro, dello 0,3 tra 28 e 55mila euro, dello 0,5 tra 55 e 75mila e dello 0,7 per lo scaglione over 75mila. Resta ferma l’esenzione per chi dichiara meno di 33mila euro. Secondo Tabacci «concretamente l’aumento scatterà sopra i 49mila euro, sotto quella soglia si pagherà meno del 2011».
Capitolo Imu. Sulla prima casa l’imposta sarà al minimo, lo 0,4 per mille, sulla seconda la stangata più alta possibile, l’1,06. Sono previsti sconti (lo 0,76 o equiparazione a prima casa) per anziani e disabili residenti in case di riposo e strutture, a cooperative a proprietà indivisa, immobili Aler e alloggi affittati a canone agevolato. Il Comune mette in cantiere un piano di opere pubbliche e recupero di aree dismesse da 800 milioni (nel dossier ci sarà anche un landmark, un’opera simbolo della giunta arancione), lo scambio di quote Sea-Serravalle con la Provincia costerà circa 45 milioni, 300 milioni la spesa per nuovi treni del metrò, 150 milioni per società Expo e 70 per l’acquisto delle aree, 15 milioni per un Fondo sviluppo e occupazione, 30 per Sogemi e MilanoSport, 110 per il piano casa. Alla voce entrate, 35 milioni dal recupero evasione, 80 da oneri di urbanizzazione, 150 milioni sul 2013 dalla vendita delle aree ex Macello. Se il bilancio avrà l’ok entro il 30 giugno mantenendo il Patto di stabilità, Milano potrà concorrere al «premio» da 20 milioni messo in palio dal governo (dal pacchetto nazionale da 500 milioni). Centrodestra sulle barricate, darà battaglia a colpi di emendamenti.

Per il capogruppo Pdl Carlo Masseroli «non è verosimile neanche lo scambio di quote con la Provincia, rischierebbe di portare al fallimento Asam, la holding di Serravalle». Il leghista Alessandro Morelli annuncia «un controreferendum sulla svendita Sea».

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