«Sui fondi ai gay decideremo volta per volta»

Il sindaco: «Massimo rispetto per tutti gli orientamenti» No alle crociate anche da Sgarbi: «Sarebbero idiozia»

Nient’altro che un misandestunding tra i gay e il Comune di Milano. Sì, una incomprensione di troppo, come fa sapere Letizia Moratti. «Ho il massimo rispetto per chi vive in modo diverso la sua sessualità» chiosa il sindaco, mentre gli uffici di Palazzo Marino aggiungono che, in futuro, ogni singola iniziativa gay sarà valutata di volta in volta. Chiaro a tutti che l’amministrazione comunale di centrodestra non è omofobica, anche se il primo cittadino è stato guest stars del romano Family day anti-dico.
Ma queste precisazioni non bastano ai supporter dell’orgoglio gay, che tentano comunque di montare la protesta contro la giunta Moratti: «Affermare che nei confronti di cittadini omosessuali da ora in poi il Comune negherà patrocinio e fondi pubblici significa portare Milano fuori dall’Europa e iscriverla in qualche periferia governata dai talebani» denuncia Alfio Nicotra.
Uscita del segretario provinciale di Rifondazione che, alle dodici di ieri, volutamente ignora la nota firmata da Riccardo De Corato e diffusa già alla stampa due ore prima della sua. Dichiarazione del vicesindaco meneghino che, rispetto alle sue valutazioni di ieri, annota «erano a titolo personale»: «A titolo personale perché il patrocinio o la sponsorizzazione di manifestazioni come quelle del gay pride non sono mai state all’ordine del giorno della giunta». Come dire: la volontà di non dare più patrocini o finanziamenti alle iniziative della comunità omosessuale è solo ed esclusivamente «personale» del vicesindaco. «Comportarsi in modo diverso potrebbe dare il segnale che l’amministrazione comunale condivida i valori portati avanti in manifestazioni come il gay pride» osserva De Corato.
E sempre giudizio «personale» del vicesindaco «il Comune ha fatto bene a non dare il suo patrocinio al corteo di sabato, così come non dovrà neppure darlo in futuro». Sul finanziamento alla sfilata omosessuale c’è però un messaggio dell’Arci gay che, nero su bianco, nota come «ci siamo sempre pagati tutto da soli».

Restano però altre iniziative che, in passato, la giunta Albertini aveva sostenuto economicamente e che, adesso, la giunta Moratti promette di «valutare di volta in volta» perché, sostiene Manfredi Palmeri, «una cosa è il gay pride altra sono iniziative che non possono essere giudicate sulla base dell’orientamento sessuale dei proponenti».
Nessuna discriminazione, aggiunge quindi il presidente del Consiglio comunale. Nessuna crociata contro gli omosessuali che per l’assessore Vittorio Sgarbi «sarebbe solo idiozia» in una Milano aperta e civile.

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